La storia di un sacerdote innamorato della spiritualità cristiana d’Oriente

Intervista a Padre Scalfi, fondatore di “Russia Cristiana”

Fin da quando era giovane seminarista si è preparato per scoprire e valorizzare i tesori spirituali della Russia cristiana. La dittatura comunista gli ha impedito per decenni di calcare la terra russa, ma padre Romano Scalfi non si è rassegnato, ha costruito una rete di resistenza cristiana ed ora celebra 50 anni di storia, fecondi di liturgia e bellezza iconografica.

Il fondatore di “Russia Cristiana” ha raccontato a ZENIT che tra il 1951 e il 1956 ha studiato a Roma presso il Pontificio Istituto Orientale, ricevendo un’approfondita formazione sulla Russia e l'Est Europa.

La sua passione per la Russia è nata da giovane seminarista, da quando cioè aveva partecipato a Trento a una Liturgia bizantina celebrata da alcuni sacerdoti gesuiti del Collegio Russicum di Roma. Affascinato dalla Divina Liturgia, si era innamorato della tradizione orientale.

“Anche il principe Vladimir di Kiev si era fatto battezzare con il suo popolo nel 988 per questo fascino”, ha sottolineato padre Scalfi.

Narrano infatti le antiche Cronache che il principe, cercando una religione, in sostituzione del paganesimo, mandò i suoi ambasciatori nei vari Paesi perché esaminassero i loro culti. Gli inviati andarono anche tra i latini e i musulmani. Nessuna di queste religioni fece loro una impressione così favorevole, quanto la celebrazione nella grande Cattedrale bizantina di Santa Sofia a Costantinopoli (attuale Istanbul).

Tornati da Costantinopoli dissero al principe: “E dai Greci andammo e vedemmo dove officiavano in onore del loro Dio: non sapevamo se ci trovavamo in cielo o sulla terra, e ancora non possiamo dimenticare quella Bellezza… questo solo sappiamo: che là Dio con l'uomo coesiste”.

Il fondatore di “Russia Cristiana” ha ricordato che “la Bellezza, secondo i Padri della Chiesa non è solo estetica, ma il Bello è una qualità di Dio, e così va intesa la frase di Dostoevskij: 'la Bellezza salverà il mondo'”.

Mentre si preparava per essere missionario in Russia, nel 1957, padre Scalfi andò a Milano, dove aprì il centro studi “Russia Cristiana”.

“Io sognavo di andare in Russia e a Milano mi sentivo temporaneamente posteggiato nell’attesa della missione”, ha detto a ZENIT. Ma “nell’attesa che si aprissero le porte, la Russia credette opportuno dichiararmi persona non grata”.

“Così per 19 anni non mi è stato possibile metter piede sul suolo della Russia. Perché, mi chiedevo, il Signore mi ha messo nel cuore il desiderio di andare in Russia e poi mi combina questi scherzi?”, si chiedeva.

“Il Signore ama scherzare con i nostri piani e soprattutto ama cambiare le carte in tavola, ma se siamo minimamente fedeli al cuore della vocazione il Signore realizza i nostri piani in un modo infinitamente più grande di quello che noi potevamo immaginare”, ha poi aggiunto.

Nonostante la durissima repressione comunista, padre Scalfi continuò a credere che in Russia c’erano focolai di fede, e lo confermò quando arrivò in Occidente il Samizdat. Un evento che il fondatore di “Russia Cristiana” indica come “uno dei più grossi miracoli del XX secolo”.

Samizdat è una parola russa che significa “edito in proprio”. Vuol dire che, dopo decenni e decenni nei quali tutta la cultura, l’editoria, i mass media erano in mano allo Stato, le persone che volevano comunicare qualcosa d’importante, cominciarono ad affidare i loro messaggi, i testi, le poesie, le lettere, e i romanzi a dei canali alternativi.

Come facevano? Leggevano, per esempio, sulla stampa di propaganda atea qualche citazione della Bibbia o del Vangelo, scritta per confutarla. Le persone ritagliavano, incollavano, ricopiavano con la carta copiativa perché le fotocopiatrici non esistevano ed erano comunque proibite.

Successivamente inviavano testi in Occidente, quasi illeggibili perché si trattava ormai della sesta o settima copia. Oppure copiavano lettere, testimonianze, racconti. In questo modo, arrivarono inediti in Occidente alcuni racconti di Solzenicyn, trascritti come racconti anonimi, racconti minimi.

“Noi li traducevamo e pubblicavamo sulla nostra rivista 'Russia Cristiana' ha raccontato padre Scalfi - e la stampa di sinistra ci accusò di esserci inventati il Samizdat, di aver scritto noi questi racconti, per poterli pubblicare, grazie a questa scusa. Magari avessimo saputo scrivere come Solzenicyn!”, ha esclamato il sacerdote.

“Per il Samizdat uno poteva anche andare in lager. Anzi le persone venivano messe normalmente nei lager se venivano trovate in possesso di questi testi, oppure sorprese mentre li stavano leggendo, diffondendo, o ricopiando”, ha raccontato.

“Questi testi però erano così importanti, sentiti di così importanza vitale che la gente, a rischio della prigione, a rischio dei lager, li diffondeva ugualmente e, diffondendoli, essi piano piano arrivarono anche qui in Occidente. Tra i destinatari c’ero anch’io”, ha confessato.

E così verso la fine degli anni '50, quando in Italia e in tutto l’Occidente si pensava che in Unione Sovietica il cristianesimo fosse ormai un relitto del passato, padre Romano Scalfi ebbe l’intuizione che in Russia la fede cristiana non soltanto esistesse ancora, ma che fosse un principio culturale e spirituale fondamentale che bisognava ridestare.

“Per questo - è sempre padre Scalfi che racconta -, io con alcuni amici, andammo in Unione Sovietica nel 1960 con due automobili e trovammo il modo di 'perderci' agli occhi delle guide russe per visitare i villaggi e parlare con la gente del popolo”.

“Negli anni successivi sono andato varie volte in Unione Sovietica fino a quando mi ha fermato un tale che mi disse che 'non ero persona gradita' e così mi fu tolto il visto fino alla caduta del muro di Berlino – ha ricordato –. Non mi diedi comunque per vinto e, senza troncare i rapporti d’amicizia, cominciai a trovare studenti di russo o persone che andavano là per lavoro”.

Dal 1960, padre Scalfi cominciò a pubblicare la rivista “Russia Cristiana” che, tra mille difficoltà, cominciò a dar voce ai credenti perseguitati in Urss e alla difesa dei diritti religiosi e umani. Negli anni '80 la rivista ha cambiato nome, ora si chiama “ la Nuova Europa” e dal 1991 viene pubblicata anche in lingua russa, a Mosca.

Lo scopo è quello di far conoscere in Occidente le ricchezze della tradizione spirituale, culturale e liturgica dell'ortodossia russa, di favorire il dialogo ecumenico sulla base del contatto vivo fra diverse esperienze di Chiesa, e di contribuire alla rievangelizzazione della Russia.

Padre Scalfi ha rivelato che nel 1993, per proseguire e ampliare i rapporti di amicizia e collaborazione che erano nati in Russia in 40 anni di lavoro, “abbiamo creato a Mosca il Centro Culturale 'Biblioteca dello Spirito', che in collaborazione con la locale Chiesa cattolica e alcune importanti istituzioni della Chiesa ortodossa russa, svolge un lavoro culturale, editoriale e di distribuzione libraria”.

La Biblioteca dello Spirito ha recentemente pubblicato in russo l’Introduzione al cristianesimo di Joseph Ratzinger, con la prefazione del Metropolita Kirill. Nel maggio 2003, in occasione del decennale della “Biblioteca dello Spirito”, un gruppetto di collaboratori aveva partecipato a un’udienza di Papa Giovanni Paolo II, e in quell’occasione gli avevano donato il milionesimo libro distribuito dal Centro.

Un altro gioiello del lavoro evangelico di Russia cristiana è la Scuola iconografica di Seriate (www.russiacristiana.org/iconografia.htm), la prima sorta in Italia. Attorno alla Scuola si raccoglie una Fraternità di iconografi, impegnati nello studio e nell'opera di far "rivivere" la tradizione dell'icona in Occidente.

Padre Scalfi ha concluso ricordando che “l'iconografo è un artista che mette a disposizione i suoi talenti perché la preghiera di tutta la comunità sia sostenuta dalla luce divina dell'icona, e per questo gli è necessaria una seria formazione spirituale e tecnica”.

La “Scuola di Seriate” da anni organizza varie mostre di icone in tutta Italia e ha realizzato con grande successo una mostra di 80 icone dedicate ai misteri del Rosario e alle icone della Madre di Dio, attualmente esposta a Venezia (http://www.exibart.com/profilo/eventiV2.asp/idelemento/45453).

 

“Russia cristiana” festeggia 50 anni di storia con un Convegno internazionale

ROMA, venerdì, 5 ottobre 2007

Si terrà nella Villa Ambiveri, a Seriate (BG), i prossimi 20 e 21 ottobre, il Convegno Internazionale “Russia Cristiana: la passione per l’unità. 1957-2007: cinquant’anni di storia”.

Quattro le sessioni in cui si articolerà il Convegno.

La prima dal titolo “Dissenso e resistenza morale” vedrà la partecipazione di alcuni protagonisti del dissenso, uomini che hanno lottato per non perdere il gusto e la bellezza della vita.

Seguirà la sessione su “I maestri del pensiero”, che tratterà di figure illustri da Solov’ev agli ex marxisti Berdjaev e Bulgakov, che dopo aver sperimentato la violenza dell’ideologia sono tornati alla Chiesa “ritrovando il realismo perduto”.

Poi si parlerà dei “Martiri nella Russia del XX secolo”, per ricordare le vittime del regime che hanno testimoniato la vittoria della fede contro ogni potere.

Infine, si affronterà il tema de “L’ecumenismo e la bellezza della Chiesa”, attraverso un approfondimento della liturgia orientale e dell’arte dell’icona come fonti di ispirazione per l’unità dei cristiani.

Interverranno – tra gli altri – padre Romano Scalfi, Ljudmila Saraskina (biografa di Solzenicyn), Arsenij Roginskij (Direttore dell’associazione Memorial di Mosca), Ol’ga Sedakova (poetessa russa) ed Egon Sendler (specialista di iconografia bizantina, Parigi).

“Russia Cristiana” è stata fondata nel 1957 da padre Romano Scalfi allo scopo di far conoscere in Occidente la ricchezza della tradizione spirituale, culturale e liturgica dell’ortodossia russa, favorire il dialogo ecumenico sulla base del contatto vivo di esperienze e contribuire alla presenza cristiana in Russia.

Questi obiettivi sono stati perseguiti attraverso diversi strumenti sia durante il regime sovietico, sia durante la perestrojka, sia nell'attuale contesto sociale ed economico caratterizzato da insicurezza e da un clima spirituale dove sono ancora vive le conseguenze dell'ateismo militante e forti le suggestioni del consumismo.

In campo editoriale, “Russia Cristiana” dispone di una rivista (il bimestrale “La Nuova Europa”) e di una editrice (“La casa di Matriona”, che oltre a numerosi volumi pubblica anche il prestigioso libro-calendario di icone).