Il ricordo dell’Olocausto dei rom: monito per le discriminazioni di oggi
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- Creato: 02 Agosto 2019
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Benedetta Capelli – Città del Vaticano
“Porrajmos” in lingua romanì significa “distruzione, annientamento”, è con questo termine che viene ricordato l’Olocausto dei rom e dei sinti durante il regime nazifascista. Dall’inizio della persecuzione, cominciata nel 1936, oltre 500mila persone persero la vita nei campi di sterminio nei quali vennero rinchiusi. La notte più terribile fu quella tra il 2 e il 3 agosto 1943 quando più di 4mila persone, in maggioranza donne e bambini, furono sterminate nelle camere a gas nel “campo degli zingari” ad Auschwitz. Una persecuzione che viene ricordata, dal 2015, con una Giornata istituita dal Parlamento Europeo.
Chiese d’Europa (Cec): agire contro la discriminazione
Vigilanza, azione e denuncia “contro ogni forma di discriminazione”, nella “difesa dei diritti umani, soprattutto delle popolazioni più vulnerabili e stigmatizzate”. E’ l’invito della Conferenza delle Chiese d’Europa in occasione di questa Giornata che deve servire da monito “della discriminazione in atto – si legge in un comunicato - ancora oggi verso questo grande gruppo minoritario in Europa”. “Ricordare – ha evidenziato il rev. Christian Krieger, presidente della Conferenza delle Chiese europee - non è solo un compito di fedeltà al passato, è soprattutto un dovere verso il presente e il futuro. La discriminazione contro i rom continua e le Chiese devono essere vigili, pregare e agire per difendere i diritti umani di tutte le persone, specialmente le persone più vulnerabili e stigmatizzate”.
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