Il Cardinale Kasper loda il "nuovo clima" con gli ortodossi russi

grande-pasqua.jpg(Fonte: ZENIT) Il ghiaccio si sta rompendo nelle relazioni con la Chiesa ortodossa russa e c'è voglia di cooperazione, afferma il presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani. 

In un'intervista con Gerard O'Connell per Our Sunday Visitor, il Cardinale Walter Kasper ha affermato che i rapporti con la Chiesa ortodossa russa sono molto migliori rispetto a quando è diventato presidente del dicastero vaticano, e ha parlato di ciò che ci aspetta sulla via verso l'unità.

"Poco dopo essere stato nominato presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani [Marzo 2001], sono state istituite le quattro diocesi cattoliche della Russia e ciò ha causato una profonda crisi con la Chiesa ortodossa russa", ha spiegato il Cardinale Kasper. "Nel frattempo la situazione è migliorata; non c'è più ghiaccio, si sta sciogliendo". 

"Pensiamo che un incontro personale tra il Papa e il Patriarca Alessio II sarebbe molto utile per l'ulteriore sviluppo delle nostre relazioni - confessa -. Il Patriarcato di Mosca non ha mai escluso in linea di principio un incontro di questo tipo, ma chiede che prima vengano risolti alcuni problemi, ad esempio quelli che si definiscono proselitismo e uniatismo".

"Stiamo lavorando per risolvere questi problemi e speriamo di poterlo fare anche se ci sono approcci e preoccupazioni diversi. In questo momento, il Patriarcato di Mosca è interessato a cooperare sulle questioni relative alla radici e ai valori cristiani dell'Europa". 

Ostacoli

Le due questioni del "proselitismo" e dell'"uniatismo" sono gli ostacoli principali a un possibile incontro tra il Papa e il Patriarca, osserva il Cardinale. 

"Abbiamo spiegato molte volte ciò che intendiamo e ciò che non intendiamo riguardo a questi due problemi. In particolare, abbiamo spiegato che anche la Chiesa cattolica non accetta il proselitismo", ha commentato. "Il problema, però, è che abbiamo una diversa comprensione di questo termine".

Il problema "è legato alla comprensione russa ortodossa del proprio territorio canonico", sostiene il Cardinale Kasper. "La Chiesa cattolica riconosce che la Russia ha una lunga tradizione e cultura cristiana. Riconosciamo tutti i sacramenti, l'episcopato e il sacerdozio della Chiesa ortodossa russa". 

"Per questo, anche se i cattolici che vivono in Russia possono offrire una chiara testimonianza della loro fede cattolica, non ci può essere un'evangelizzazione come tale, e questa può essere intrapresa solo in un contesto pagano. Convertire gli ortodossi alla Chiesa cattolica non è quindi la nostra politica o la nostra strategia. [...] Non intraprendiamo un'opera missionaria in Russia come facciamo nelle regioni pagane del mondo. Vogliamo collaborare con gli ortodossi russi nell'opera missionaria e nell'evangelizzazione, che è necessaria nella Russia moderna dopo più di 70 anni di propaganda ed educazione atea".

Risolvere i problemi

Nonostante lo sforzo per chiarire i termini, il Cardinale Kasper ha affermato di avere l'"impressione che i dubbi rimangano, perché credo che pensino ci sia una discrepanza tra ciò che diciamo e ciò che facciamo". 

"Per questo motivo, due o tre anni fa, mi sono attivato per istituire una commissione congiunta per esaminare le lamentele", ha affermato il presidente del dicastero vaticano. "Se una lamentela è valida, allora dobbiamo cambiare, ma se non è corretta, allora dovrebbe essere ritirata. Questa commissione lavora bene e potrebbe risolvere alcuni problemi concreti".

"Quando ero a Kiev, una settimana fa, ho avuto l'impressione che ora, grazie a Dio, qualcosa si stia muovendo e la situazione stia lentamente migliorando anche tra gli ortodossi sotto Mosca e i greci cattolici, nonostante i rapporti - per ragioni storiche - siano ancora difficili", ha ricordato. 

"Ho avuto un incontro molto amichevole con il Metropolita Vladimir. Abbiamo inaugurato il Centro Ecumenico San Clemente con la benedizione del Metropolita Vladimir della Chiesa ortodossa russa, del Cardinale Lubomyr Husar della Chiesa greco-cattolica e del Cardinale Marian Jarworski della Chiesa cattolica latina".

"Questo accordo è in sé un piccolo miracolo - osserva -. Il Centro è una piccola pianta, ma ha le basi per crescere. Spero che diventi un riferimento comune e un punto di incontro, un luogo di dialogo e di comunicazione tra le Chiese". 

Quanto al problema dell'uniatismo, il porporato ha confermato la sua persistenza.

"Diciamo che l''uniatismo', inteso come metodo, oggi e nel futuro, non è più un mezzo per raggiungere l'unità della Chiesa", ha detto il Cardinale Kasper. "Ma le Chiese cosiddette uniate, nate in passato in circostanze molto diverse da quelle di oggi, sono una realtà storica e hanno il diritto di esistere". 

"Devono tuttavia aprirsi alle relazioni ecumeniche con le Chiese madri ortodosse. Per come la vedo, la Chiesa greco-cattolica ucraina è pronta a farlo, e ha un buon programma ecumenico nell'accademia di Leopoli. Abbiamo infine concordato sul fatto che entrambe le parti dovrebbero riconoscere la libertà religiosa dei singoli cristiani che per ragioni di coscienza vogliono unirsi a un'altra Chiesa".

Andare avanti

Il Cardinale Kasper concorda sul fatto che ci sia ancora un dibattito sul presunto proselitismo cattolico in quello che gli ortodossi russi considerano il loro territorio canonico. 

C'è stata perfino, ha ricordato, una dichiarazione del Metropolita Kirill sul desiderio che Benedetto XVI abolisse le quattro diocesi istituite da Giovanni Paolo II, dichiarazione che il Cardinale Kasper ha definito "molto sorprendente".

"Durante la recente visita [del metropolita] a Roma - ha spiegato -, non ha menzionato questo aspetto. Penso che debba essere chiaro anche a lui che il Santo Padre non può e non farà un passo indietro". 

"E' dura vedere una differenza qualitativa tra le nostre diocesi cattoliche in Russia e le diocesi ortodosse russe in Occidente. La Chiesa ortodossa russa dovrebbe quindi promuovere la stessa apertura che noi offriamo ai cristiani ortodossi russi e alle loro parrocchie e diocesi qui in Europa Occidentale e in America".

In ogni caso, ha affermato il Cardinale Kasper, "sono convinto che il dialogo continuerà. Ogni Chiesa deve affrontare la realtà per cui non c'è un'alternativa realistica e responsabile al dialogo nel mondo di oggi. Di fronte alla sfida della secolarizzazione, i cristiani devono essere uniti e proporre una testimonianza comune della loro fede e dei valori cristiani". 

"Il Patriarca Alessio II ha espresso più volte la sua alta stima per Benedetto XVI, come teologo con una profonda comprensione dei Padri della Chiesa e come Papa che difende i valori conservatori, intendendo la parola 'conservatore' nel significato positivo del termine", ha affermato il Cardinale.

"Tra loro vengono scambiati regolarmente lettere e ringraziamenti, ed entrambi sono impegnati nel miglioramento delle relazioni".