Usa, i vescovi: si può fare giustizia senza la pena di morte

terre hauteForte l'appello dei vescovi statunitensi all’amministrazione Trump per fermare le esecuzioni e al presidente eletto Biden per abolire a livello federale questa pratica che lede la sacralità della vita umana. La riflessione arriva alla vigilia dell'odierna prevista esecuzione, per ora sospesa, di Lisa Montgomery. Sarebbe stata la prima di una donna dal 1953.
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Michele Raviart - Città del Vaticano

Il rispetto della dignità e della sacralità della vita umana rende la pena di morte inammissibile e inutile per fare giustizia. Rinnoviamo il nostro appello al presidente Trump a fermare le esecuzioni a livello federale: è arrivato il tempo di farne una priorità e i mezzi ci sono, grazie al Federal Death Penalty Prohibition Act. Così, in sintesi, nella lettera indirizzata ai membri del Congresso, gli arcivescovi di Oklahoma City e Kansas City,  monsignor Paul S. Coakley e monsignor Joseph F. Naumann responsabili, tra i presuli della Conferenza episcopale statunitense, rispettivamente del Comitato per la Giustizia interna e lo Sviluppo umano e per le attività Pro-life. Nell’anno trascorso - scrivono - il governo federale ha giustiziato più persone di tutti i cinquanta Stati messi insieme, e a gennaio se ne attendono altre tre, dunque al neoeletto Biden che si insedierà il prossimo 20 gennaio, si chiede una moratoria sulle esecuzioni federali e di commutare le attuali condanne in pene detentive. Troppe le persone condannate ingiustamente, e la cosa più grave - sottolineano-  è che tra le persone giustiziate ve ne siano 170 dichiarate poi innocenti. Quindi l'invito a dedicare energie e risorse all’assistenza dei familiari delle vittime che subiscono perdite terribili. “Con le carceri moderne, non abbiamo bisogno della pena di morte per tenerci al sicuro”, ribadiscono i presuli. “Possiamo ottenere giustizia senza di essa e rafforzare il rispetto della dignità e sacralità di ogni vita umana che è tanto necessario oggi”. Questo è il tempo, concludono, di attuare quanto i pontefici a più voci, San Giovanni Paolo II, Benedetto XVI, Francesco, hanno sempre chiesto: un'abolizione globale della pena di morte.

L'appello dei vescovi statunitensi arriva nel giorno di quella che sarebbe dovuta essere l'undicesima pena capitale federale eseguita dallo scorso luglio. Siamo nel penitenziario di Terre Haute in Indiana e l’esecuzione della pena di morte è per Lisa Montgomery, 53 anni, condannata per aver ucciso 16 anni fa una donna incinta all’ottavo mese sottraendole la bambina che portava in grembo. Lisa Montgomery soffre da sempre di disturbi mentali dovuti a una vita di sfruttamento e di abusi sessuali subiti. I suoi avvocati hanno inviato una petizione alla Corte federale dell’Indiana per fermare l’esecuzione, sostenendo che i diritti costituzionali della donna sarebbero stati violati a causa della sua condizione mentale. Oggi la notizia della sospensione della pena capitale arriva quando tutto sembrava deciso: il giudice Patrick Hanlon l'ha concessa citando la necessità di valutare le capacità mentali della signora Montgomery. Gli avvocati digensori hanno affermato che l'abuso sessuale subito durante l'infanzia dalla Montgomery abbia portato a "danni cerebrali e gravi malattie mentali". 

Rinviata per ora la prima esecuzione di una donna dal 1953

Una vicenda accompagnata a lungo da una grande mobilitazione .“Rivolgiamo un appello al presidente Trump affinché le conceda la grazia e trasformi la sentenza capitale in ergastolo”, avevano scritto nei giorni scorsi i legali della donna. Oltre mille le persone, gli attivisti e le
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