Ipocrisia e malafede regnano sovrane, fra vittime e conflitti dimenticati. Intervista al reporter Giovanni Porzio, in Ucraina

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In Ucraina la Russia ha portato la guerra. Sangue e morte. Ma come la stiamo raccontando, questa guerra? «Chi si pone delle domande viene subito visto con sospetto, quando non è bollato come provocatore o negazionista». Con poteri e lobby internazionali cui è già riuscito di strumentalizzare l’onda di umanità generata dal conflitto per incassare, più che una corsa alla pacificazione, una corsa agli armamenti. «Le bombe “intelligenti” di Abele hanno ucciso migliaia di civili in Iraq e in Libia». Cosa accomuna tutte le guerre? «La loro stupidità. E il tornaconto dell’industria delle armi». Un vecchio copione, sempre in scena. «Oggi è rimasto solo il Papa a ricordare che nel mondo ci sono guerre di cui nessuno ha voglia di parlare». Critico nei confronti di «un’informazione costruita nelle redazioni, davanti al computer, ai terminali delle agenzie, sulle reti sociali, senza mai uscire per strada, senza più “consumare le suole delle scarpe”, senza incontrare persone per cercare storie o verificare de visu certe situazioni» (Messaggio per la 55ma Giornata mondiale delle comunicazioni sociali).

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