MONS. PADOVESE: L’ULTIMA INTERVISTA A SIR EUROPA DEL 26 MAGGIO

“Cipro come la Turchia è una realtà di ponte tra due mondi e due culture e anche tra due religioni. È significativo che la Chiesa cattolica cipriota sia stata da poco riconosciuta come membro effettivo del Ccee, il Consiglio delle Conferenze episcopali europee. La Chiesa turca e cipriota, presenti al prossimo Sinodo dei vescovi sul Medio Oriente, essendo realtà di mediazione, potranno favorire uno sguardo più attento e approfondito rivolto alle Chiese d'Oriente”. Con queste parole mons. Luigi Padovese, vicario apostolico dell’Anatolia, ucciso oggi a Iskenderun, in Turchia, commentava in un’intervista a SIR Europa il viaggio apostolico che Benedetto XVI compirà da domani a Cipro (fino al 6 giugno). Il testo integrale dell’intervista di mons. Padovese viene riproposto sull’home page del SIR (leggi). Il vicario apostolico rifletteva anche sul tema del Sinodo per il Medio Oriente, "La Chiesa cattolica nel Medio Oriente: comunione e testimonianza" (Vaticano, 10-24 ottobre 2010). Come Chiesa cattolica turca, affermava, “siamo interpellati sia dal punto di vista del dialogo ecumenico sia da quello con l'Islam”.
“Vivendo in un Paese a maggioranza musulmana – proseguiva mons. Padovese c'è la necessità da parte dei cristiani di non essere frammentati in tanti ruscelli ma di costituire un fiume, mettendo in evidenza le cose che ci uniscono e dando l'idea alla società islamica che i cristiani non sono divisi ma distinti. E questa è una ricchezza. Va sfatata poi l'impressione che la Chiesa, soprattutto quella latina, stia facendo proselitismo. Siamo una presenza rispettosa delle altre identità confessionali e religiose e vogliamo essere riconosciuti come tali con tutti i diritti. Noi siamo cittadini dei Paesi nei quali viviamo. La nostra forza si appoggia non tanto sulla nostra fede quanto piuttosto sul diritto che ogni Costituzione riconosce ai propri cittadini. Nei Paesi a maggioranza musulmana, dove le Chiese del Medio Oriente vivono, il Cristianesimo è visto come una religione lecita, è permesso essere cristiani però talvolta, in più aspetti, si vive in una situazione di inferiorità rispetto agli altri. Il diritto di rivendicare la piena cittadinanza, specie in Paesi musulmani diventa quanto mai importante”.

© SIR - 3 giugno 2010