MEDIO ORIENTE: CINGOLI (CIPMO), “OBAMA-NETANYAHU, INCONTRO TRA DUE DEBOLEZZE”

“Un incontro tra due debolezze”: così Janiki Cingoli, direttore del Cipmo, Centro italiano per la pace in Medio Oriente, definisce il vertice del 6 luglio, tra il presidente Usa, Barack Obama e il premier israeliano Benjamin Netanyahu. Preoccupati da fattori quali, “l’imminenza delle elezioni di mezzo termine di novembre e l’esigenza di non alienarsi l’elettorato ebraico, l’andamento negativo delle crisi afgana e irachena, il confronto con l’Iran” per Obama e “la presenza nella coalizione di componenti che hanno mal sopportato la moratoria degli insediamenti in Cisgiordania e a Gerusalemme, lo scontro apertosi con la Turchia dopo l’incidente con la Freedom Flotilla” per il leader israeliano, nel corso della discussione, i due “hanno circumnavigato la questione della moratoria degli insediamenti, senza affrontarla direttamente; hanno auspicato insieme il rapido passaggio a negoziati diretti israelo-palestinesi, prima del prossimo settembre; sull’Iran, hanno riconfermato l’importanza della loro alleanza strategica; persino sulla questione nucleare il Presidente Usa ha sostanzialmente riconfermato la tradizionale linea rispetto alla politica di ambiguità fin qui perseguita dagli israeliani, sottolineando le particolari esigenze di sicurezza dello Stato ebraico”. Sullo sfondo, avverte Cingoli, ci sono alcune scadenze “irte di difficoltà, dal termine della moratoria, alla scadenza dei negoziati indiretti con i palestinesi, alla convocazione della Assemblea generale dell’Onu: in vista delle elezioni di novembre Usa può succedere di tutto, anche avvenimenti gravi e improvvisi”. “Se in questi mesi venissero a mancare i promessi atti di buona volontà israeliani verso i palestinesi e se nei negoziati di ‘prossimità’ non venissero avanzate proposte interessanti, - conclude il direttore del Cipmo - Netanyahu potrebbe venire a trovarsi di fronte a proposte complessive di pace, di un Obama oramai libero da scadenze elettorali ravvicinate, proposte a cui sarebbe difficile rispondere solo con la tattica del rinvio e delle concessioni parziali”.

© SIR - 8 luglio 2010