Israeliani e palestinesi tornano a parlarsi

image008AMMAN, 3. I negoziatori di Israele e Autorità palestinese (Ap) stanno oggi confrontandosi, per la prima volta dopo sedici mesi, in un incontro ad Amman promosso dalla Giordania, ma hanno comunque negato che si tratti di una ripresa del processo di pace. Il capo negoziatore israeliano, Isaac Molho, e il suo omologo dell’Ap, Saeb Erekat hanno avuto una prima riunione allargata al ministro degli Esteri giordano, Nasser Judeh, e all’inviato del Quartetto (Onu, Unione europea, Russia e Stati Uniti), Tony Blair, ed è previsto in giornata anche un colloquio ristretto. Il movimento palestinese Hamas, impegnato nelle ultime settimane nella ricucitura dei rapporti con al Fatah, il gruppo guidato dal presidente dell’Ap, Abu Mazen, ha criticato l’iniziativa giordana sostenendo che «questi incontri sono una replica del canale di dialogo che ha fallito negli ultimi anni», come ha spiegato da Gaza il portavoce Sami Abu Zuhri. Di qui la richiesta all’O rganizzazione per la liberazione della Palestina di smettere di assecondare le iniziative del Quartetto che sarebbe «controllato dagli Stati Uniti per soddisfare le esigenze israeliane e non gli interessi palestinesi». Lo stesso Abu Mazen, incontrando ieri l’inviato statunitense in Medio Oriente, David Hale, ha assicurato che i palestinesi sono impegnati per un serio processo di pace, secondo quanto riferito dall’agenzia di stampa Wafa. Da parte sua, il vice premier israeliano Dan Meridor, ha definito i colloqui «uno sviluppo positivo perché è la prima volta da molto tempo che i palestinesi accettano di parlare direttamente, senza porre precondizioni». Meridor ha tuttavia precisato che Israele non esporrà le sue posizioni finché non ci sarà una ripresa dei negoziati. Sull’incontro di oggi è intervenuto anche il segretario di Stato americano, Hillary Clinton, invitando le parti a sfruttare questa opportunità.

© Osservatore Romano - 3 gennaio 2012