Russia: patriarca Kirill sui rapporti con Roma

ky Kirill patriarca-bIl Patriarca di Mosca e di tutte le Russie Kirill ritiene che, nonostante un “sensibile miglioramento” delle relazioni fra Chiesa ortodossa russa e Chiesa cattolica, non vi siano ancora le condizioni per un suo possibile incontro con Benedetto XVI. “Come prima, io ritengo che la condizione perché un tale incontro abbia successo è che vengano risolte, o ci si impegni di più per risolverle, tutte le questioni conflittuali”, ha detto il Patriarca russo in un’intervista al quotidiano serbo “Vecernje Novisti” che è stata poi rilanciata dal siti ufficiale del patriarcato russo www.mospat.ru. E riferendosi alle notizie di stampa su un suo possibile incontro col Papa, Kirill ha osservato che “i mezzi d’informazione mettono in rilievo esclusivamente l’aspetto sensazionalistico di un tale possibile incontro”, “io però non vorrei che l’effetto di un simile incontro si riduca al solo sensazionalismo”. Per Kirill, “affinché l’incontro (col Papa) sia realmente utile all’ulteriore sviluppo delle relazioni tra la Chiesa ortodossa russa e la Chiesa cattolica romana è necessario che insieme lavoriamo per migliorare l’atmosfera, risolvendo i problemi che restano fra di noi’. Il Patriarca ha tuttavia ammesso che i rapporti tra Chiesa ortodossa russa e Chiesa cattolica “sono sensibilmente migliorati negli ultimi dieci anni”. “Il problema del proselitismo non è più così acuto come negli anni Novanta, quando missionari cattolici venivano in Russia a operare attivamente”, ha detto Kirill per il quale “è necessario che si sviluppi la cooperazione tra ortodossi e cattolici, che conservano la tradizione cristiana e hanno visioni simili sull’etica personale e sociale, sul progresso scientifico e tecnologico, sulla bioetica e su altri problemi del nostro tempo”. Un altro dei problemi sul tappeto è quello degli Uniati e dell’occupazione di chiese ortodosse in Ucraina da parte dei cattolici di rito greco. Il Patriarca si è quindi riferito al “sempre più attuale problema della cristianofobia, della persecuzione dei cristiani a causa della loro fede”. È importante per questo una “stretta collaborazione fra ortodossi e cattolici nel campo della difesa dei diritti di tutti i cristiani”.

Kek: Guy Liacre, il nuovo segretario generale
È il pastore Guy Liagre, attualmente presidente della Chiesa protestante unita del Belgio (Cpub), il nuovo segretario generale della Conferenza delle chiese europee (Kek). Eletto nel corso dello scorso Comitato centrale della Conferenza delle chiese europee svoltosi a Ginevra (Svizzera) il 24 e 25 gennaio, il pastore Liagre entrerà in carica dal primo giugno e succede al teologo Viorel Ionita della Chiesa ortodossa romena, che ha ricoperto la carica ad interim. “Per molti anni - ha dichiarato Liagre subito dopo la sua elezione - la Kek ha lavorato per assicurarsi che la voce cristiana non fosse assente sulla scena europea. Lavorare in quanto segretario generale per un organismo ecumenico europeo in un momento in cui l’Europa e il mondo stanno rapidamente cambiando verso qualcosa di ancora difficilmente prevedibile, rappresenta per me un’importante sfida. La stessa Kek è nel mezzo di un processo di ristrutturazione e sono onorato di poter partecipare e stimolare questo rinnovamento”. Il nuovo segretario generale è nato nel 1957. Autore di numerosi volumi, è sposato, padre di quattro figli e nonno di tre nipoti. Presiede attualmente il Consiglio dei leader religiosi del Belgio ed è presidente del Consiglio delle chiese evangeliche (storiche e del risveglio) che intrattiene i rapporti con il Governo belga.

Medio Oriente: “cristiani nel mondo arabo”
Una consultazione cristiano-musulmana sulla “Presenza e testimonianza cristiana nel mondo arabo” è stata organizzata dal 24 al 28 gennaio dal Consiglio mondiale delle Chiese e dal Consiglio delle Chiese in Medio Oriente nella sede del Catholicossato armeno di Cilicia in Antelias. Alla consultazione hanno partecipato leader e studiosi cristiani e musulmani. Ha preso la parola anche il patriarca Michel Sabbah. Il segretario generale del Wcc, Olav Fykse Tveit, ha riaffermato l’impegno del Consiglio mondiale delle Chiese per la giustizia e la pace in Medio Oriente, pur sottolineando l’importanza di una visione comune sulla presenza e sulla convivenza di cristiani e musulmani nel mondo arabo. “La nostra fede – ha detto Tveit - ha le sue radici in questa regione ed è nutrita e alimentata dalla testimonianza ininterrotta delle chiese locali, che hanno le proprie radici qui fin dai tempi apostolici”. “Senza questa presenza cristiana, la convivialità tra i popoli di diverse fedi, culture e civiltà, che è un segno dell’amore di Dio per tutta l’umanità, è in pericolo”. Il segretario generale del Wcc ha poi detto di apprezzare la partecipazione di una vasta gamma di musulmani alla consultazione ed ha voluto sottolineare nel suo intervento le sfide e soprattutto il senso di insicurezza che i cristiani vivono nel mondo arabo a causa di conflitti politici persistenti. - GLI ALLEGATI
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© www.agensir.it - Sir Europa 3 febbraio 2012