Cresce in Russia la comunità ebraica

RUSSIA F 0318 - Rev. Lazar MedvedevMOSCA, 15. Il numero degli ebrei che vivono in Russia è molto più alto di quello che risulta dai censimenti svolti nel 2002 e nel 2010 e, attualmente, potrebbe arrivare a sfiorare il milione di unità: è quanto ha affermato Alexander Boroda, presidente della Federazione delle comunità ebraiche in Russia, nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta a Mosca, lunedì 13, durante una pausa dei lavori del Congresso di questa organizzazione. Secondo l’esponente della comunità ebraica in Russia, i censimenti del 2002 e del 2010 hanno indicato, rispettivamente, circa duecentotrentatremila e centocinquantamila cittadini russi che hanno dichiarato di appartenere alla religione ebraica. Queste cifre risultano ora largamente sottostimate anche considerando il fatto che l’emigrazione ebraica dalla Russia verso Israele e altri Paesi occidentali è attualmente ferma e, anzi, si accentua il numero dei rimpatri volontari. Nel corso dei lavori del Congresso, i rappresentanti della comunità ebraica di Mosca hanno chiesto alle autorità della capitale di concedere i permessi per la costruzione di almeno cinque nuove sinagoghe in aggiunta alle cinque attualmente aperte al culto. Durante un dibattito tra Berel Lazar, rabbino capo di Russia, e Sergey Sobyanin, sindaco di Mosca, si è ribadita la volontà da parte delle autorità civili di aumentare i luoghi di preghiera disponibili per il mezzo milione di membri della comunità ebraica residenti nella capitale. I dirigenti della Federazione delle comunità ebraiche in Russia hanno annunciato che nei prossimi anni verranno aperte nuove scuole ebraiche mentre il «Museo della tolleranza » dovrebbe aprire la sua sede a Mosca il 4 novembre. In alcune dichiarazioni rilasciate nel corso dei lavori del Congresso, Borukh Gorin, portavoce della Federazione delle comunità ebraiche in Russia, ha affermato che le recenti proteste di piazza hanno messo in evidenza la posizione di primo piano raggiunta dai movimenti nazionalistici. Secondo il portavoce «l’aspetto più sgradevole del malcontento pubblico attuale è il fatto che l’ideologia nazionalista è ora diventata molto più accettabile per vari strati sociali». Borukh Gorin ha anche sostenuto che «durante le proteste dello scorso dicembre abbiamo visto camminare insieme persone che fino a poco tempo prima nessuno avrebbe potuto mai immaginare che potessero mettersi su uno stesso piano; le abbiamo viste felicemente marciare in cortei che procedevano su file molto vicine». «Questo fenomeno — ha continuato — manifesta una tendenza molto pericolosa perché può significare che un nazionalismo di basso livello è diventato ora abbastanza accettabile per la massa». Nel corso del Congresso ha preso la parola il reverendo Vsevolod Chaplin, presidente del Dipartimento sinodale per i rapporti tra Chiesa e società del Patriarcato di Mosca. Nel suo intervento, il rappresentante ortodosso ha sottolineato che «il Patriarca Cirillo presta particolare attenzione ai dialoghi interreligiosi in Russia e in tutta la Comunità degli Stati indipendenti e ha sentimenti molto cordiali per la comunità ebraica russa».

© Osservatore Romano - 15 febbraio 2012