Un futuro in patria per i cristiani del Vicino Oriente

GerusalemmecartaMadaba1FRIBURGO, 7. Si intitola Oriente cristiano, un futuro in patria l’app ello che la Conferenza dei vescovi svizzeri ha lanciato nei giorni scorsi nell’ambito della tradizionale colletta di Pasqua per i cristiani di Terra Santa. «Il 2011 — si legge nel comunicato — è stato segnato dalla “primavera araba” nei Paesi nordafricani e in quelli del Vicino Oriente. Esprimiamo il profondo auspicio che quei popoli riescano a trovare una coesistenza pacifica e solidale tra le varie etnie, culture e religioni e giungano infine alla pace». Per i presuli elvetici, sicurezza, giustizia, parità e libertà di religione sono la conditio sine qua non affinché la delicata situazione dei cristiani possa migliorare nel lungo periodo, bloccandone l’“eso do” dalla regione. «I rappresentanti delle Chiese orientali conoscono le condizioni in cui vivono i cristiani del Vicino Oriente — si afferma — e quali difficoltà debbono affrontare. Rendiamoci conto della loro esistenza e mostriamo loro la nostra solidarietà ». I vescovi ricordano che i cristiani, con il loro lavoro, forniscono un contributo indispensabile in ambito sociale, formativo e sanitario; da qui l’invito a sostenere con donazioni e con la preghiera le Chiese locali e le loro istituzioni nei compiti pastorali, sociali e di catechesi. La colletta è promossa ogni anno dall’Associazione svizzera di Terra Santa e dalla Custodia francescana di Terra Santa. Nel suo appello, la Conferenza episcopale si rivolge in particolare ai cattolici della Svizzera, «affinché diano prova di solidarietà con la popolazione cristiana» che abita in quella regione, e constata «con grande soddisfazione» che negli ultimi anni sono ripresi i pellegrinaggi in Terra Santa: «Incoraggiamo tutti voi, cari fratelli e sorelle delle parrocchie o dei vari gruppi, a visitare i luoghi santi», perché «incontrare quelle popolazioni è un segno di affetto e di profondo legame con i cristiani delle Chiese d’O riente». Oriente cristiano, un futuro in patria è anche il motto della colletta della Settimana santa 2012: «L’Oriente cristiano — si legge in un comunicato — anela ad avere un futuro in patria, desidera una vita dignitosa e di giustizia sociale, un futuro economico e politico per sé e per i propri figli e una nuova società in cui tutti possano godere degli stessi diritti civili. Non lasciamoli soli». Per Pasqua, da Abu Dhabi, ai presuli svizzeri è giunto il messaggio del vescovo, loro connazionale, Paul Hinder, cappuccino, vicario apostolico di Arabia del Sud: «Se udite la violenza e l’odio, non smettete di ascoltare anche la flebile voce dell’amore e del perdono. Malgrado la sofferenza, essa non è venuta meno neppure da noi».

© Osservatore Romano - 8 aprile 2012