No alla manipolazione della religione

propria-fedeGINEVRA, 2. Le comunità religiose «rifiutano la manipolazione della religione» che si verifica spesso nei Paesi che affrontano difficili crisi: è quanto si sottolinea in una nota del World Council of Churches (Wcc), che evoca quanto sta accadendo in Siria. Il segretario generale del Wcc, Olav Fykse Tveit, esprime preoccupazione per gli atti di violenza e le distruzioni dei luoghi di culto. Nella nota si richiama in particolare la brutale uccisione, avvenuta lo scorso 22 giugno, di un sacerdote francescano siriano di 49 anni, padre François Mourad, da parte di uomini armati che hanno assalito il convento di Sant’Antonio da Padova a Ghassanieh: «Possa la memoria di padre François — è l’invocazione del reverendo Tveit — essere eterna nella mente di nostro Signore e nel cuore di coloro che lo amavano e lo conoscevano». La popolazione cristiana di Ghassanieh, osserva il segretario generale del Wcc, «desiderava di stare in pace in questa parte della Siria, dove ha vissuto per secoli a fianco delle comunità musulmane locali». Per questo motivo, dal Wcc giunge l’invito a ristabilire un clima di riconciliazione: «Incoraggiamo fortemente e invitiamo i leader musulmani a condannare tutti coloro che cercano di abusare dell’islam per giustificare le aggressioni ai loro vicini». Nel febbraio scorso, in occasione di una riunione del Comitato esecutivo del Wcc era stato pubblicato un messaggio affermando «la necessità di vivere insieme nel rispetto reciproco». Da tempo il Wcc è impegnato a ribadire il suo impegno contro la violenza in modo da orientare l’opera ecumenica in una direzione che «mostra quanto siano uniti i cristiani nel riaffermare la dimensione evangelica della pace e della giustizia nel mondo». Pressanti si sono fatti gli inviti anche ai Governi. Nel giugno 2012, a seguito di una serie di tragici bombardamenti, l’o rg a n i z z a z i o n e ecumenica, sempre per il tramite del suo segretario generale, aveva ricordato il dovere di qualsiasi Paese di proteggere i suoi cittadini e di tutelare i loro fondamentali diritti umani. Appelli che si inseriscono anche nel percorso di preparazione all’assemblea generale del World Council of Churches, che si svolgerà a Busan (Corea del Sud) dal 30 ottobre al 10 novembre e avrà per tema principale proprio quello della costruzione della pace: «Dio della vita, guidaci verso la giustizia e la pace».

© Osservatore Romano - 3 luglio 2013