Per guarire dal peccato della divisione

celebrazione-ortodossa-minskKIEV, 1. Con una liturgia all’aperto svoltasi a Minsk, in Bielorussia, si sono ufficialmente concluse lunedì scorso le celebrazioni per il milleventicinquesimo anniversario del «Battesimo della Rus’ di Kiev», evento che diede il via alla cristianizzazione di questa regione storica, oggi rappresentata in gran parte dai territori di Russia, Ucraina e Bielorussia.
Non a caso quest’anno le celebrazioni sono cominciate a Mosca, per proseguire a Kiev e concludersi a Minsk, proprio a voler comprendere tutti i fedeli ortodossi dell’antica Rus’ e non solo. A sottolineare l’importanza dell’evento, durante la divina liturgia che ha avuto luogo nella cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca il 24 luglio (memoria di santa Olga, nonna del principe Vladimiro e prima principessa russa a diventare cristiana) il patriarca di Mosca, Cirillo, aveva accanto a sé i patriarchi di Alessandria, Teodoro, di Gerusalemme, Teofilo, di Georgia, Elia, di Serbia, Ireneo, di Bulgaria, Neofito, oltre all’arcivescovo di Cipro, Giustiniano, al metropolita di Varsavia, Sabba, e al metropolita Tikhon, primate della Chiesa ortodossa in America. E il 27 luglio, sulla collina di san Vladimiro a Kiev, ilmoleben(sp eciale azione di grazie) è stato presieduto da Cirillo e dal metropolita di Kiev, Vladimiro, alla presenza dei capi di Stato ucraino, russo, moldavo e serbo. Nell’occasione il patriarca di Mosca ha invitato i fedeli ortodossi della storica Rus’ a preservare la loro unità spirituale: «La collina di san Vladimiro è simbolo della nostra comune fonte spirituale, simbolo dell’ortodossia nella nostra terra e dei valori che abbiamo accettato con il battesimo», ha detto Cirillo che ha poi sottolineato le trasformazioni avvenute a partire dagli anni Novanta del secolo scorso («un periodo di nuovo battesimo») nei Paesi dell’ex Unione Sovietica e auspicando che i rispettivi popoli proseguano il cammino nel solco della comune esistenza storica. Particolarmente suggestiva, domenica 28 (memoria di san Vladimiro I il Grande, il principe che nel 988 si fece battezzare), la liturgia celebrata sul sagrato del monastero delle Grotte di Kiev alla presenza di numerosi rappresentanti delle Chiese ortodosse. Il patriarca di Mosca ha spiegato che «la natura umana della Chiesa è vulnerabile come lo era la natura umana del Salvatore» e che «la Chiesa porta con sé questa debolezza». Una delle peggiori conseguenze è «il peccato dello scisma, della divisione, quando persone spinte da interessi politici o etnici distruggono il corpo unico della Chiesa». Ma nessuno può distruggere la prima pietra, che è il Corpo stesso di Cristo Salvatore. Anche il patriarca ecumenico, Bartolomeo, arcivescovo di Costantinopoli, nel messaggio inviato per il 1025° anniversario del «Battesimo della Rus’ di Kiev» si è detto preoccupato per le divisioni esistenti ma anche fiducioso che il dialogo e la preghiera possano, alla fine, condurre all’unità nella fede.

© Osservatore Romano - 2 agosto 2013