La guerra e l'odio non risolvono i problemi

patriarchi-ortodossi-2.jpg Un'"azione immediata" per porre fine al conflitto nella Striscia di Gaza:  l'ha chiesta il Papa all'Angelus di domenica 4 gennaio, in piazza San Pietro. Benedetto XVI ha ribadito che "la guerra e l'odio non sono la soluzione dei problemi" e ha sottolineato che proprio il rifiuto del dialogo genera le situazioni di sofferenza che oggi "gravano indicibilmente sulle popolazioni".
I Patriarchi ed i Capi delle Chiese cristiane di Gerusalemme oggi, in tutte le Chiese della Terrasanta, invitano i fedeli a pregare per la fine del conflitto nella striscia di Gaza e implorare giustizia e pace per la loro terra. Mi unisco a loro e chiedo anche a voi di fare altrettanto, ricordando, come essi dicono, "le vittime, i feriti, quanti hanno il cuore spezzato, chi vive nell'angoscia e nel timore, perché Dio li benedica con la consolazione, la pazienza e la pace che vengono da Lui".
Le drammatiche notizie che ci giungono da Gaza mostrano quanto il rifiuto del dialogo porti a situazioni che gravano indicibilmente sulle popolazioni ancora una volta vittime dell'odio e della guerra.
La guerra e l'odio non sono la soluzione dei problemi. Lo conferma anche la storia più recente. Preghiamo, dunque, affinché "il Bambino nella mangiatoia... ispiri le autorità e i responsabili di entrambi i fronti, israeliano e palestinese, a un'azione immediata per porre fine all'attuale tragica situazione".
 

(©L'Osservatore Romano - 5-6 gennaio 2009)