Russia, Dio torna in stampa

Al tempo della rivoluzione bolscevica del 1917, c'erano circa seicento giornali e riviste a carattere religioso; furono tutti chiusi d'autorità nel 1918. Oggi, in un paese che fino a vent'anni fa era ufficialmente ateo (e ha ospitato per decenni un Istituto statale dedito a dimostrare, senza riuscirci, la non esistenza di Dio) sono tornati in attività, e un'attività fiorente centinaia di giornali, riviste e newsletter per informare su temi religiosi la più grande chiesa ortodossa del mondo. Naturalmente l’espansione non si è limitata alla carta stampata: ci sono circa 3500 siti web della Chiesa Ortodossa, e numerosi preti si dedicano ai blog. La morte di Alessio II è stata coperta in maniera molto ampia – in particolare i funerali – e per giorni prima e dopo l’avvenimento i canali TV hanno mandato in onda documentari sulla sua vita, e talk show relativi al presente e al futuro del Patriarcato. Nel 2004 è stato addirittura organizzato, per la prima volta nella storia della Russi, un Festival dei Media ortodossi, con la partecipazione di oltre quattrocento giornalisti. Un evento che sconcertò il ministero dell’Interno, che naturalmente aveva incaricato un funzionario di svolgere indagini e informarsi. La stampa ortodossa non sembra molto in linea con il Cremlino. Il patriarcato di Mosca aveva preso una posizione critica verso la guerra in Ossezia e Georgia, e i giornali hanno apertamente definito l’episodio un tragico malinteso. Grande è la risposta popolare; quando Alessio II è morto, giornali e riviste sono state inondate di telefonate e messaggi; un fatto che ha sorpreso anche i giornalisti delle testate, che non si attendevano un cambiamento così rapido radicale nel comportamento dei fedeli, abituati a una certa passività. C’è indubbiamente un revival dell’Ortodossia, che si riflette anche nei mass media laici, che ospitano sempre più di frequente discussioni e interventi sul ruolo della fede nella società. Fra l’altro è notevole il numero di “nuovi credenti”, persone che si sono avvicinate ex novo al cristianesimo. Un segnale, sostengono gli osservatori internazionali, di un ritorno crescente alle radici culturali e religiose del paese. “Foma”, una rivista particolarmente diffusa, riceve il suo nome dall’apostolo Tommaso, quello che per credere volle toccare le ferite di Cristo risorto. E una grande icona che rappresenta proprio quella scena è appesa nella sala riunioni del giornale, che ha uno staff di trenta persone, e un budget mensile di oltre sessantamila euro. “Foma” pubblica trentamila copie in carta patinata ogni mese. Le riviste ortodosse si basano sulla pubblicità, in particolare offerte di icone e di letteratura religiosa. La crisi sta facendosi sentire anche in quel settore. Il successo dell’ortodossia però sta ponendo altri problemi, dicono i giornalisti. E cioè la differenza fra dirsi ortodossi ed esserlo. 


“Oggi – ha detto Vladimir Legoida, il direttore di Foma -, una persona può facilmente definirsi ortodossa, senza esserlo. Ortodossia, come per ogni altra religione vuol dire cambiare la propria vita”. Il problema è diventato particolarmente evidente quando si tratta di personaggi celebri, che si definiscono ortodossi. Tanto che ormai si dibatte apertamente sull’ “Ortodossia patina”, e sul “Glamour ortodosso”, e da quella che è stata definita una sovrapposizione assurda quando le star delle riviste in voga giungono a contatto con l’Ortodossia. Si moltiplicano le interviste di personaggi famosi che dicono quanto sia importante l’Ortodossia nelle loro vite. “C’è il pericolo che la gente organizzi un bello stile di vita ortodosso e si fermi a quello. Si vesta nel modo giusto, cuocia i dolci giusti come ai vecchi tempi. E eviti i problemi della vita contemporanea”. E l’ortodossia fa capolino nei luoghi più impensati. Nikolai Uskov, direttore dell’edizione russa della rivista GQ magazine ha fra le copertine appese alla parete del suo ufficio, un certificato vergato in elaborato stile medievale, un riconoscimento che Alessio II gli ha attribuito come direttore della sezione cattolica dell’Enciclopedia Ortodossa. Fianco a fianco con foto di Jennifer Ariston, o di Hugh Jackman.
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