Uniti per la libertà religiosa

costantino-2Nei giorni scorsi la Chiesa ortodossa ha festeggiato in Serbia il diciassettesimo centenario dell’editto di Milano con il quale l’imp eratore Costantino metteva fine alla persecuzione dei cristiani e concedeva la libertà di culto a tutte le religioni. I festeggiamenti sono seguiti alle celebrazioni cattoliche che hanno avuto luogo in Serbia il 20 e il 21 settembre e alle quali aveva partecipato il cardinale Angelo Scola, arcivescovo di Milano, come rappresentante di Papa Francesco. Dietro invito del patriarca Irenej, primate della Chiesa ortodossa serba, i capi delle Chiese ortodosse si sono riuniti a Niš, l’antica Naisso che diede i natali all’imperatore Costantino, per celebrare una liturgia solenne a cui hanno assistito oltre quindicimila fedeli, e si sono poi incontrati in Montenegro per la consacrazione della nuova cattedrale di Podgorica. Tra gli otto primati ortodossi, vi erano il patriarca ecumenico Bartolomeo, che ha presieduto la liturgia, e Cirillo, patriarca di Mosca e di tutte le Russie. Il cardinale Josef Tomko, designato da Papa Francesco come rappresentante della Santa Sede ai festeggiamenti, ha trasmesso a tutti i convenuti i saluti del vescovo di Roma per «questo anniversario che riguarda un momento storico di grandissima importanza per la Chiesa di Cristo ancora unita, ma anche per l’intera Europa e per la società umana». Infatti, ha sottolineato il porporato nel discorso tenuto davanti al patriarca Ireneo e agli altri capi delle Chiese ortodosse, questo editto ha rappresentato la «vittoria della libertà religiosa per tutti, perché l’imperatore Costantino lasciò libertà di professione e di culto anche per le religioni pagane». Del resto, la libertà religiosa «è un valore primario e fondamentale per l’uomo. Nessuna autorità ha diritto di impedire all’uomo di riconoscere, di adorare e di onorare l’essere supremo e creatore dell’universo e del genere umano. Nessun potere umano può imporre una fede o una non-fede, ossia l’ateismo». Le parole del porporato hanno avuto una risonanza particolarmente significativa per le Chiese ortodosse, che hanno molto sofferto nel XXsecolo in questa regione dell’E u ro p a . Il cardinale Tomko ha poi sottolineato che l’editto di Milano non ebbe un impatto soltanto nell’ambito religioso, ma «aprì le porte alle concezioni dell’etica cristiana che trasformarono gradualmente la legislazione e la società nel senso dell’umanizzazione», e fu «ispirazione per le varie culture e civiltà che si sono succedute nei Paesi dell’antico Impero e nel continente europ eo». Le celebrazioni in Serbia non soltanto hanno offerto l’occasione per ricordare l’importanza sempre attuale del principio della libertà religiosa, ma al tempo stesso hanno contribuito al riavvicinamento tra ortodossi e cattolici, uniti nella difesa di questo diritto fondamentale per ogni società.

© Osservatore Romano - 20 ottobre 2013