Lala Bouna è tornata a splendere

agostino-chiesaAnnaba, 21. "Un edificio simbolo dei legami fra le religioni" che "deve restare al servizio del dialogo fra le due rive del Mediterraneo" e che il restauro ha oggi restituito all'antico "splendore": parole del vescovo di Constantine et Hippone, Paul Desfarger, che sabato sera ha salutato, dopo quasi tre anni di lavori, la riapertura al pubblico della basilica di Sant'Agostino ad Annaba, l'antica Ippona, sulla costa algerina.
Tornate a nuovo splendore le celebri centoquaranta vetrate, ripulite le mura esterne, rifatti i rivestimenti e la copertura, compresi i fregi dei pavimenti in blu, giallo e verde: l'inaugurazione è stata un evento per la città e il Paese.
Lala Bouna ("madre buona" come la gente del posto chiama la basilica di Sant'Agostino) ha federato Algeria e Francia: Annaba e Saint-Etienne, città gemellate, hanno stipulato una convenzione, così come la provincia di Annaba e la regione Rhône-Alpes. Tra i donatori - riferisce il quotidiano "Le Figaro" - le ambasciate di Francia e di Germania, numerose Chiese e comunità religiose (come le Conferenze episcopali italiana e tedesca e l'Ordine di Sant'Agostino), e Benedetto XVI. "Già la Papal Foundation - spiegava nell'agosto 2012 monsignor Desfarger in un'intervista all'Osservatore Romano - aveva offerto un contributo. Tuttavia il Papa, informato della necessità dei restauri per l'antico tempio, ha tenuto in modo particolare a partecipare al finanziamento dei lavori con un suo contributo personale. La basilica di Annaba non è soltanto un luogo di culto. Tutta la collina d'Ippona, con alla sommità la basilica, è un luogo simbolo. Un simbolo forte di convivialità, di fraternità, umana e spirituale. È un luogo transculturale, transreligioso, e ciò lo si deve anche alla figura di sant'Agostino che trasfonde questi valori attraverso il suo umanesimo, attraverso la sua fede e la sua cultura, e che conduce ogni uomo all'essenziale".

(©L'Osservatore Romano 21-22 ottobre 2013)