Ucraina Arcivescovo Maggiore Shevchuk: “Per essere democratica, l’Ucraina deve muoversi verso la sussidiarietà e la solidarietà”

Sintesi. Discorso di Sua Beatitudine Svaitoslav Shevchuk lArcivescovo Maggiore della Chiesa ucraina greco-cattolica, alla conferenza “Rivoluzione: la guerra e le sue conseguenze” che si è tenuto oggi, il 16 marzo, al Collegio Europeo di Varsavia.
Il ruolo della Chiesa Greco Cattolica Ucraina negli anni della dominazione sovietica e poi nel risvegliare la coscienza nazionale dell’Ucraina sono stati delineati da Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, Arcivescovo maggiore della Chiesa Greco Cattolica Ucraina, alla conferenza “Rivoluzione: la guerra e le sue conseguenze” che si è tenuto al Collegio Europeo di Cracovia il 16 marzo.
Nel suo intervento, Sua Beatitudine si è particolarmente concentrato sul ruolo della Chiesa Greco Cattolica nella trasformazione della società ucraina, in particolare alla luce dei radicali cambiamenti sociali e politici che si sono verificati negli ultimi 25 anni, quando al crollo del regime sovietico è succeduta la costruzione dello Stato democratico.
Sua Beatitudine Shevchuk ha notato che la Chiesa Greco Cattolica, nonostante fosse stata messa fuori legge dopo lo pseudo sinodo di Lviv del 1946, ha costituito una eccezione nel panorama sovietico, riuscendo, seppure in diaspora, a “gettare le basi della società civile”, grazie all’ “atteggiamento risoluto dei fedeli e del clero durante le persecuzioni”.
L’Arcivescovo maggiore ha spiegato come la Chiesa Greco Cattolica Ucraina ha lavorato prima in opposizione al sistema politico quando questo era costituito dalla dittatura comunista, e poi in appoggio alle azioni comunitarie per verità, libertà giustizia, solidarietà e dignità della persona umana.
Dopo il crollo del Comunismo, la Chiesa Greco Cattolico Ucraina – ha sottolineato Beatitudine Shevchuk – “riuscì ad evitare la tentazione della nazionalizzazione sia durante il periodo comunista sia dopo la sua caduta, divenendo così la portavoce della società davanti ai regimi autoritari, politici corrotti e oligarchi spietati”.
L’Arcivescovo maggiore mette in luce il percorso fatto dalla società ucraina, che ha pian piano superato il vecchio totalitarismo aumentando l’attività civile, mentre sulle rovine dell’Ucraina sovietica nacque una nuova classe politica composta da “ricchi oligarchi che provenivano dall'ex establishment del partito e si appropriarono delle proprietà di Stato”, una situazione che ancora oggi è presente, tanto che – denuncia Beatitudine Shevchuk – “ad oggi non è stato fondato nessun partito politico in grado di esprimere pienamente gli interessi dei cittadini comuni”.
Questo ha portato a varie proteste, fino alla cosiddetta “rivoluzione della Dignità” del 2014, da cui sono scaturite “vivaci iniziative sociali”, mentre “sempre più spesso, la partecipazione alla vita pubblica viene considerata un servizio, e non una fonte di profitto o l’arena per le lotte politiche o personali”, mentre l’Ucraina si è consolidata “di fronte alle minacce” e alla “aggressione esterna da parte della Russia”.  
Gli eventi di piazza Maidan hanno cambiato l’atteggiamento delle Chiese, chiamate ad essere “strutture alternative alla società civile” e pertanto “la Chiesa ha dovuto riformare la sua posizione attuale, passando dall'essere in opposizione all'attuale sistema politico, al sostegno del nascente movimento sociale e trovando il suo posto nella nuova realtà”.

Leggi tutto

©  https://ilsismografo.blogspot.it/
2018/03/16