Voci dall’Ucraina. Pronti a ricostruire - KRISTINA URSULJAK

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Ci aveva detto che chi odia, perderà questa guerra. A distanza di sei mesi la voce di Kristina, giovane artista fuggita e poi rientrata in Ucraina, ci testimonia la fatica quotidiana di combattere l’odio.

Sono passati circa 6 mesi da quando sei fuggita dall’Ucraina, ci puoi raccontare che cosa hai fatto in questo tempo e dove sei stata?
Ho vissuto in Italia 4 mesi, e quando la situazione a Kiev si è più o meno stabilizzata, sono tornata a casa e ci sono rimasta quasi tutta l’estate. Lì ho continuato a lavorare, mi occupo di fotografia e teatro, e faccio dei training per una scuola online. Sostanzialmente sono tornata alle mie attività di prima, solo in un formato diverso che doveva adattarsi alla situazione di guerra, in particolare alle regole per la sicurezza, che sono molto rigide.

Perché hai deciso di tornare?
Quando ero qui in Italia ero molto più angosciata di quando poi sono tornata in Ucraina. Cioè quando leggi solo le notizie, ti sembra che sia reale solo l’incubo. Quando invece sono tornata a casa, mi sono detta: «Sì, è spaventoso, ma non così tanto». Certo, la vita in Ucraina ora è diversa, bisogna adattarsi al fatto che ci sono gli allarmi aerei, che devi correre nei bunker, che c’è il coprifuoco, che ci sono dei luoghi più pericolosi di altri. È chiaro che sei sempre sotto pressione. Ma ti rapporti a tutte queste cose in modo un po’ più sereno, perché sei a casa tua.
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