ABUSI SESSUALI: LE REAZIONI DAI VESCOVI DEL MEDIO ORIENTE

Appoggio incondizionato e piena solidarietà: le Chiese mediorientali rispondono così agli attacchi portati a Benedetto XVI da alcuni organi di stampa, e relativi allo scandalo degli abusi sessuali verificatisi in diversi Paesi, tra cui Usa e Irlanda. Gli articoli del New York Times e prima ancora della Süddeutsche Zeitung, avevano cercato di screditare l’impegno del Pontefice nell’azione di contrasto degli abusi sessuali. “In Iraq i nostri fedeli sono convinti che si tratti di una propaganda contro la Chiesa, per infangarla agli occhi del mondo – afferma al Sir mons. Emil Shimoun Nona, arcivescovo di Mosul, città dove da anni si consumano feroci violenze ai danni della comunità cristiana – resta, certamente, il dolore per quanto è accaduto. Da parte nostra stiamo spiegando loro quanto il Papa ha dichiarato contro questo scandalo e le misure adottate per fare luce sui diversi casi lavorando con fermezza, trasparenza e severità. I gravi errori commessi da pochi non possono mettere in discussione tutto quello che la Chiesa da sempre opera a favore dei bambini e dei giovani e delle persone più vulnerabili”. Solidarietà a Benedetto XVI anche dal Libano dove alcuni vescovi si sono riuniti per dibattere del fatto. “Uno scandalo che scoppia nella Chiesa – dichiara al Sir mons. Michel Kassarji, vescovo di Beirut dei caldei – non può essere usato per screditarla. Purtroppo c’è molta superficialità che crea delle opinioni altrettanto superficiali. La Chiesa, e il Papa in testa, stanno fronteggiando con fermezza questo scandalo e questo è bene che si sappia. La fiducia nella Chiesa non può essere minata da fatti del genere che non coinvolgono tutti coloro che in essa sono impegnati a vario titolo. Ma come adesso è necessaria la testimonianza della preghiera”. “Viviamo in un contesto islamico – aggiunge il vescovo – e fatti del genere danno un’immagine della Chiesa non positiva, anche se è bene dire che gli integralisti non aspettano fatti del genere per creare difficoltà. La nostra risposta sta nella preghiera e nelle ferme iniziative intraprese dalla Chiesa”. “Stiamo assistendo ad una grave forma di propaganda anticattolica da fronteggiare – rileva a sua volta mons. Antoine Audo, vescovo di Aleppo, in Siria – e che ci mette in difficoltà. Ci conforta la fermezza di Benedetto XVI nel trattare la cosa. Da parte nostra stiamo facendo il possibile per informare correttamente i nostri fedeli anche se è difficile in quanto non abbiamo mezzi di comunicazione sociale”.
Lo scandalo degli abusi sembra, invece, non trovare particolare risalto in Terra Santa, dove le celebrazioni della Pasqua, quest’anno comuni per cattolici, ortodossi e protestanti, sembrano coinvolgere di più i fedeli. “Se ne sta parlando poco, anche sui giornali locali” sottolinea al Sir il Custode di Terra Santa, padre Pierbattista Pizzaballa, le cui parole sono state ribadite anche dal Patriarcato latino di Gerusalemme. “La Chiesa cattolica è l’unica ad aver avuto il coraggio di guardare al suo interno per porre riparo agli errori e questo va messo ben in evidenza – dichiara al Sir mons. Selim Sayegh vicario patriarcale latino di Giordania – siamo vicini a Benedetto XVI in questo momento in cui lui e la Chiesa vengono attaccati e nutriamo profonda fiducia in tutte le iniziative adottate per evitare che simili cose possano ripetersi. Qui in Giordania i nostri fedeli sono vicini al Pontefice impegnati a testimoniare tutta la loro fede. Crediamo che questa sia la migliore risposta a chi, sparuti gruppi fondamentalisti, vogliono senza successo strumentalizzare questa vicenda”.

© SIR - 29 marzo 2010