Messaggio natalizio 2010 del Patriarca Bartolomeo

bartolomeo-i-12Pubblichiamo, in una nostra traduzione dall'inglese, il messaggio per il Natale 2010 del Patriarca ortodosso di Costantinopoli, Bartolomeo.


Grazia, pace e misericordia dal Salvatore Cristo nato a Betlemme.
Amati fratelli concelebranti e figli benedetti nel Signore, nella cupa atmosfera che pervade il mondo, a causa di vari problemi legati alla crisi finanziaria, sociale, morale e in particolare spirituale e che ha creato sempre più frustrazione, amarezza, confusione, ansietà, delusione e paura fra molte persone a proposito del futuro, la voce della Chiesa risuona dolce:· "Venite, o fedeli, eleviamo la nostra mente alle cose divine e contempliamo la celeste condiscendenza che è apparsa dall'alto, a Betlemme" (Inno dell'Ora sesta, del giorno di Natale).
Secondo il credo incrollabile dei cristiani, Dio non osserva semplicemente e con indifferenza dall'alto il cammino dell'umanità, che Egli ha creato personalmente a sua immagine e somiglianza. Per questo l'incarnazione del suo Verbo e Figlio unigenito è stata fin dall'inizio la sua "buona volontà", la sua intenzione originale. La sua "volontà pre-eterna" è stata proprio quella di assumere nella sua persona, in un atto d'amore estremo, la natura umana che ha creato per renderla "partecipe della natura divina" (2 Pietro, 1, 4). Infatti, Dio ha voluto questo prima della "caduta" di Adamo e di Eva, anche prima della loro stessa creazione! Dopo la "caduta" di Adamo e di Eva, la "volontà pre-eterna" dell'Incarnazione ha abbracciato la croce, la sacra passione, la morte datrice di vita, la discesa negli inferi, e la resurrezione dopo tre giorni. In tal modo, il peccato che è penetrato nella natura umana infettando ogni cosa e la morte che è entrata furtivamente nella vita sono stati scacciati del tutto e in via definitiva, mentre l'umanità ha potuto godere della pienezza dell'eredità paterna ed eterna.
Tuttavia, la condiscendenza divina del Natale non si limita alle cose relative all'eternità, ma include anche elementi legati al nostro viaggio terreno. Cristo è venuto nel mondo per diffondere la buona novella del Regno dei Cieli e per iniziarci al suo Regno. Ancora, egli è anche venuto per aiutare e per guarire la debolezza umana. Ha nutrito miracolosamente e ripetutamente coloro i quali hanno ascoltato la sua parola; ha curato i lebbrosi, sostenuto gli infermi, concesso la vista ai ciechi, l'udito ai sordi e la parola ai muti, ha liberato gli indemoniati dagli spiriti impuri, ha fatto risorgere dai morti, ha difeso i diritti degli oppressi e degli abbandonati, ha condannato la ricchezza illegale, l'insensibilità verso i poveri, l'ipocrisia e la hýbris nei rapporti umani. Ha offerto se stesso come esempio di sacrificio volontario di svuotamento di sé per la salvezza degli altri!
Forse quest'anno si dovrebbe evidenziare in particolare questa dimensione del messaggio dell'incarnazione divina. Molti nostri amici e colleghi stanno attraversando le prove terribili della crisi attuale. Ci sono innumerevoli disoccupati, nuovi poveri, senza tetto, giovani con sogni "infranti". Ciononostante, Betlemme si traduce con "Casa del Pane". Quindi, come fedeli cristiani, dobbiamo a tutti i nostri fratelli e a tutte le nostre sorelle non solo il "pane essenziale", ovvero Cristo in fasce in una umile mangiatoia a Betlemme, ma anche il pane quotidiano concreto per la sopravvivenza e tutto ciò che "attiene a ciò che è necessario per il corpo" (Giacomo, 2, 16). Ora è tempo di applicare il messaggio evangelico in modo pratico con un senso decoroso di responsabilità! Ora è tempo di mettere in pratica in modo chiaro e preciso le parole dell'apostolo:· "con le mie opere ti mostrerò la mia fede" (Giacomo, 2, 18). Ora è ·opportuno ·per noi "elevare la mente alle cose divine", all'altezza della virtù regale dell'amore che ci avvicina a Dio.
Questo proclamiamo a tutti i figli del Patriarcato ecumenico da questa sede sacra e mistica, la Chiesa dei Poveri di Cristo, e invochiamo su tutti voi la condiscendenza divina e la misericordia infinita nonché la pace e la grazia del Verbo e del Figlio unigenito di Dio, che si è incarnato per la nostra salvezza per mezzo dello Spirito Santo e della Vergine Maria. A lui appartengono la gloria, la forza, l'onore e l'adorazione con il Padre e lo Spirito, nei secoli dei secoli. Amen.


(©L'Osservatore Romano - 22 dicembre 2010)