OC

di Giovanna ParraviciniPadre Gennadij Geroev, attualmente sacerdote in una grande parrocchia nel centro di Mosca, San Giovanni Guerriero, è stato per quasi sei anni (1988-1993) parroco della chiesa ortodossa dell'Annunciazione a Buenos Aires, e ha così avuto modo di incontrare la comunità gesuita locale, come pure di conoscere e vedere in azione padre Bergoglio.
  La sua è la storia di un normale ragazzo sovietico, nato nel 1959 ed educato alla fede dalla nonna. Il metropolita Filaret venuto a sapere che il giovane padre Gennadij, fresco di ordinazione (1987), conosce le lingue, nel giugno 1988 lo invia in Argentina. La situazione che attende padre Gennadij in Argentina non è facile: "La popolazione di lingua russa, risultante di tre ondate di emigrazione dall'Urss (in particolare della seconda, negli anni immediatamente successivi alla seconda guerra mondiale), era di circa mezzo milione di persone, con una maggioranza di ucraini. I fedeli erano dispersi su tutto il territorio argentino, in particolare esistevano grossi insediamenti nelle zone di confine con il Brasile, vicino alle celebri cascate Iguaçu.
Sono i gesuiti, per lo più sacerdoti di rito bizantino giunti in missione dall'Europa, ad assicurare la cura d'anime dei greco-cattolici, e il giovane sacerdote moscovita fa amicizia innanzitutto con loro. Chi conosce minimamente la storia dei difficili rapporti tra cattolici (in particolare greco-cattolici) e ortodossi, si rende conto della straordinarietà di questo fatto: "Quando sono arrivato, avevo anch'io i soliti pregiudizi e stereotipi sui gesuiti, ma dopo averli conosciuti (e ne ho conosciuti almeno sei in Argentina), ho dovuto ricredermi: erano persone veramente luminose, cordiali, sincere, liete, insomma, persone di fede". Durante la missione in Argentina padre Gennadij ha naturalmente avuto modo di conoscere anche padre Bergoglio: "Un uomo di rare doti morali, generoso e comprensivo. Una persona semplice, accessibile".



(©L'Osservatore Romano 8 agosto 2013)