La cultura ha bisogno del Vangelo

Cirillo e Metodio  1 KOŠICE, 19. «Siamo radunati qui per cercare le risposte alle domande del mondo di oggi». Con queste parole monsignor Milan Chautur, vescovo di Košice per i cattolici di rito bizantino, ha accolto giovedì sera i vescovi cattolici di rito orientale riuniti nella cittadina slovacca per il loro incontro annuale. D all’Albania, all’Ucraina, dalla Romania alla Bielorussia, alla Francia, all’Inghilterra. Sono vescovi rappresentanti di quattordici Chiese cattoliche di rito orientale presenti in Europa. L’incontro, che ha per tema «Evangelizzare la cultura, inculturare il Vangelo», si è aperto con una solenne celebrazione dei vespri in rito orientale nella cattedrale della Natività della Santa Vergine di Ko šice. Al termine della cerimonia — riferisce l’agenzia Sir — il vescovo Chautur ha preso la parola: «La cultura — ha detto — nei tempi passati, sollevava lo spirito. Ma oggi spesso uccide dentro, nell’uomo, gli ultimi buoni sentimenti. Spesso ci troviamo davanti a un fatto: questa cultura non alza lo spirito dell’uomo verso Colui che è fonte di bellezza eterna». L’incontro si svolge a Košice perché quest’anno si celebrano i millecinquecento anni dell’arrivo dei santi Cirillo e Metodio in terra slava (Grande Moravia, Slovacchia, Repubblica Ceca, Polonia sud-occidentale, Ungheria nord-occidentale). Nel ricordare questa ricorrenza, il vescovo di Košice per i cattolici di rito bizantino ha detto: «Vogliamo imparare da loro come penetrare anche la cultura e colmarla con il Vangelo e condurre l’uomo di oggi alla fonte della gioia, offrendogli la possibilità di accettare il Vangelo». A patrocinare l’incontro, che si conclude domenica, è il Consiglio delle Conferenze episcopali d’E u ro -pa (Ccee). In un messaggio ai partecipanti il cardinale Péter Erdő, arcivescovo di Esztergom-Budapest e presidente del Ccee, aveva fatto riferimento al tema scelto per l’incontro, l’evangelizzazione nelle diverse culture. «È sicuramente urgente, nel nostro continente — ha scritto il porporato — ricordare le comuni radici cristiane, incarnate lungo i secoli nella ricchezza delle culture che lo compongono. Ancora oggi l’E u ro p a ha bisogno di persone e comunità che, vivendo il Vangelo nella gioia, riescano a incarnare in modo efficace il Vangelo nella propria cultura testimoniando la comunione in Cristo». Nel testo il cardinale ha ricordato anche la beatificazione, avvenuta questa mattina a Budapest, del martire Stefano Sándor, che fa parte di quella «schiera di uomini e donne che hanno dato la vita per Cristo in Europa». Quest’anno la cittadina di Košice è stata scelta come capitale europea della cultura, insieme a Marsiglia. Sicuramente meno conosciuta, condivide con quest’ultima un carattere cosmopolita e multietnico. Qui convivono pacificamente ungheresi, cechi e rom. Segno di multietnicità è stato il concerto “ecumenico” che la città di Košice ha offerto ai vescovi europei nel Teatro pubblico. Concerto che è terminato con una benedizione ai popoli europei da parte dei rappresentanti delle Chiese cristiane e del rabbino capo della cittadina slovacca. All’incontro prendono parte in qualità di relatori il cardinale Jozef Tomko, prefetto emerito della Congregazione per le Chiese orientali, l’arcivescovo Cyril Vasil’, segretario della Congregazione per le Chiese orientali, monsignor Dimitrios Salachas, esarca apostolico per i cattolici di rito bizantino residenti in Grecia, e padre Juraj Dyfka, del Centro di spiritualità est-ovest di Košice. Partecipa, inoltre, l’arcivescovo maggiore di Kyiv-Halyč, Sviatoslav Shevchuk.

© Osservatore Romano - 20 ottobre 2013