Ortodossi nell’Europa di oggi

kiev 1KIEV, 25. La possibile firma dell’accordo di associazione con l’Unione europea «non è per noi né Venerdì santo né Pasqua. I fedeli possono avere differenti opinioni politiche e geopolitiche e la Chiesa non divide i parrocchiani su queste basi. Preghiamo per la salvezza di ogni membro della Chiesa e per il Governo in modo che possa attuare la politica migliore per la maggioranza dei cittadini ucraini». L’addetto stampa della Chiesa ortodossa ucraina legata al patriarcato di Mosca (Uoc-Mp), arciprete Heorhiy Kovalenko, ha risposto così al comunicato con il quale rappresentanti di tre organizzazioni non governative ortodosse filo-russe hanno fortemente criticato le dichiarazioni del metropolita Volodymyr favorevoli al processo di integrazione europea intrapreso dall’Ucraina. Secondo quanto riferisce l’edizione ucraina del quotidiano russo «Kommersant» — citata dal Religious information service of Ukraine — lunedì scorso le organizzazioni «Scelta ortodossa», «Unione delle fraternità ortodosse di Ucraina» e «Consiglio nazionale» hanno diffuso una nota nella quale si afferma che la vasta maggioranza dei fedeli della Chiesa ortodossa russaPatriarcato di Mosca non sosterrebbe l’integrazione europea ma l’unità del mondo russo come spazio spirituale dove la Chiesa ortodossa canonica occupa un posto di primo piano nella società. La politica del Governo, tesa al raggiungimento di un accordo di associazione con l’Unione europea, viene vista come un «tradimento dell’essenza della civiltà del popolo ucraino così come della secolare comunità fraterna dei popoli di Ucraina, Russia e Bielorussia». Per il 4 novembre le tre organizzazioni hanno programmato una processione con l’obiettivo di «scongiurare sul nostro territorio il disastro dell’integrazione europea, perché la nostra fede cristiana si oppone alla promozione di tutto ciò che è normalmente accettato nell’Ue, come l’omosessualità, la legalizzazione delle droghe e l’eutanasia». L’arciprete Kovalenko ricorda che l’Uoc-Mp si è già espressa contro la cosiddetta «ortodossia politica» e nel 2007 ha condannato l’attività di alcune organizzazioni filorusse perché «portano nella comunità ecclesiale slogan politici» che per loro natura «non rispecchiano lo spirito della predicazione di Cristo».

© Osservatore Romano - 26 ottobre 2013