La Chiesa ortodossa russa e il battesimo in caso di maternità surrogata

hilarion-riunion-1MOSCA, 21. Sarà uno speciale gruppo di lavoro a elaborare la posizione ufficiale della Chiesa ortodossa russa sulla pratica pastorale da adottare di fronte ai problemi posti dal fenomeno delle “madri portanti”, le donne cioè che, nell’ambito della fecondazione assistita, si prestano a portare a termine un’intera gravidanza su richiesta di coppie sterili. I risultati della consultazione verranno poi esaminati dall’assemblea plenaria della Commissione sinodale biblica e teologica che si terrà alla fine di dicembre. È quanto precisa in un comunicato la stessa commissione, presieduta dal metropolita di Volokolamsk, Hilarion. La nota si è resa necessaria dopo che i media russi avevano rilanciato la notizia che la Chiesa ortodossa era intenzionata a rifiutare il battesimo ai bambini nati attraverso la maternità surrogata. In realtà, al termine di una riunione svoltasi il 15 novembre, Hilarion ha dichiarato che «la questione della pratica pastorale da adottare verso i “p a re n t i biologici” e quella del battesimo dei bambini nati da “madri portanti” sono particolarmente complesse», insistendo tuttavia sul fatto che «il bambino non è colpevole del modo in cui è venuto al mondo» e che la Chiesa non fa differenza fra i bambini nati da “madri portanti” e quelli nati senza l’intervento di tecniche riproduttive. E il responsabile del Dipartimento per l’informazione, Vladimir Legoida, ha aggiunto che i primi hanno bisogno di speciali cure e affetto. Sulla questione, dunque, nessuna posizione ufficiale da parte del patriarcato di Mosca, in attesa degli approfondimenti affidati al citato gruppo di lavoro.

© Osservatore Romano - 22 novembre 2013