Sarà eletto il 13 agosto il nuovo metropolita di Kiev

chiesa ortodossa MihajlovskajaKIEV, 9. Il nuovo capo della Chiesa ortodossa ucraina legata al patriarcato di Mosca (Uoc-Mp) verrà eletto mercoledì 13 agosto: lo ha deciso il sinodo dei vescovi riunitosi lunedì scorso subito dopo i funerali del metropolita di Kiev, Vladimir. La riunione si è svolta sotto la presidenza del metropolita di Chernovsty e Bukovina, Onufry, dal 24 febbraio locum tenens della Uoc-Mp. «L’elezione del primate — ha detto il portavoce, arciprete Georgy Kovalenko — non comporta una campagna elettorale, richieste di voti, dibattiti, presentazioni di candidati, sondaggi.
Pertanto auspichiamo che i vescovi, il clero e i fedeli si astengano dal fare previsioni e commenti». In un comunicato il sinodo ha ringraziato i primati delle Chiese ortodosse di Costantinopoli, Gerusalemme, Georgia, Serbia Polonia e America per le delegazioni inviate a Kiev in occasione delle esequie di Vladimir, nonché il patriarca di Mosca, Cirillo, assente ai funerali per motivi di opportunità (vista la situazione ancora incandescente in Ucraina), per le preghiere e il ricordo personale espressi nei riguardi del metropolita scomparso. La morte di Vladimir apre una fase molto delicata. Secondo Andriy Yurash, esperto di religioni intervistato dal Religious Information Service of Ukraine, non è facile individuare chi sarà eletto il 13 agosto, anche se — come riferisce AsiaNews citando il sito di informazioni russo Lenta.ru — proprio il locum tenens Onufry è il candidato favorito: «Gode infatti di buona reputazione, è un monaco (come lo era Vladimir) e non è legato ad alcuno scandalo». Tuttavia, spiega Yurash, non si può escludere che il nuovo capo della Uoc-Mp venga individuato in una figura in grado di intensificare il dialogo con la Chiesa ortodossa ucraina legata al patriarcato di Kiev (guidata da Filarete e non riconosciuta da Mosca) in modo da creare, nel futuro, un organismo che unisca le due anime ortodosse finora divise. La scelta, secondo gli osservatori, metterà in pratica di fronte coloro che intendono mantenere lo status quo e quelli che spingono per il completo riconoscimento dell’indipendenza ucraina e, di conseguenza, della sua Chiesa.

© Osservatore Romano - 10 luglio 2014