Annunciata la costruzione di una chiesa cristiana in Turchia

1-  mani verso il cielo-medioISTANBUL, 5. Il Governo turco ha autorizzato la costruzione di una chiesa cristiana di rito siriaco nel quartiere di Yeşilköy, alla periferia di Istanbul, sul mar di Marmara. A darne notizia è l’agenzia Anadolu che cita fonti ufficiali. L’annuncio — come riferiscono fra l’altro il sito Orthodoxie.com e il quotidiano francese «la Croix» — è stato fatto dal primo ministro in persona, Ahmet Davutoğlu, ricevendo nei giorni scorsi i rappresentanti delle minoranze non musulmane in Turchia.
Era presente, fra gli altri, il patriarca Bartolomeo. La costruzione, prevista nei prossimi mesi su un terreno concesso dal municipio, verrà finanziata da una fondazione che difende i diritti dei siriaci (ortodossi e cattolici) che vivono in gran parte nel sud-est del Paese e il cui numero è stimato attorno alle ventimila unità. Va inoltre precisato che molti dei rifugiati provenienti dal nord dell’Iraq sono assiro-caldei e siriaci originari di Mosul e della piana di Ninive. La decisione ha particolare rilevanza se si pensa che le comunità siriache sono fra quelle non riconosciute dal Trattato di Losanna del 1923 — sancì i confini della Turchia e precedette di pochi mesi la proclamazione della Repubblica — che fa riferimento a tre minoranze protette: ebrei, greci-ortodossi e armeni. Un portavoce governativo ha precisato alla France Presse che quella chiesa sarà in assoluto la prima a essere costruita dalla proclamazione della Repubblica. Nel suo discorso, Davutoğlu ha dichiarato che è importante opporsi a ogni sorta di discriminazione religiosa, sottolineando che quando i gruppi religiosi esprimono il loro dissenso rispetto al fenomeno dell’islamofobia alzano la loro voce anche contro tutte le discriminazioni basate sulla fede. «Tutti sono uguali e veri cittadini della Repubblica di Turchia» ha detto il primo ministro, aggiungendo che il Governo considera le diversità culturali, religiose ed etniche come una benedizione e si dispiace quando le minoranze religiose sono percepite spesso dai turchi come «affiliate ad altri Paesi». Davutoğlu ha poi fatto riferimento ai recenti attentati contro le moschee in Europa e al crescente antisemitismo nel mondo.

© Osservatore Romano - 5-6 gennaio 2015