TURCHIA, INCONTRO TRA CARD. TETTAMANZI (MILANO) E BARTOLOMEO I

“Mi stava particolarmente a cuore che il nostro pellegrinaggio potesse avere il suo coronamento proprio con questa visita all’Arcivescovo di Costantinopoli e Patriarca Ecumenico della Chiesa Ortodossa”. Con queste parole il card. Dionigi Tettamanzi, arcivescovo di Milano, si è rivolto oggi a Bartolomeo I, Patriarca ecumenico di Costantinopoli, incontrato in conclusione del viaggio in Turchia compiuto insieme a 100 giovani sacerdoti ambrosiani: “Vorrei sottolineare che un segno eloquente e luminoso delle ottime relazioni ecumeniche cattolico-ortodosse è stata indubbiamente la Sua personale partecipazione al Sinodo dei Vescovi della Chiesa Cattolica sulla Parola di Dio, tenutosi a Roma lo scorso ottobre. Abbiamo molto apprezzato la ricchezza e la profondità dei contenuti spirituali e dottrinali del Suo intervento”. In relazione alle sfide della società odierna, il cardinale ha espresso poi “riconoscenza al Signore per l’autorevole e illuminata testimonianza che, come Patriarca Ecumenico della Chiesa Ortodossa, Vostra Santità esercita a servizio non solo della cristianità, ma anche dell’intera umanità, la quale si trova sempre più di fronte alle gravi sfide che vengono imposte dalle questioni dell’ambiente, della giustizia, della pace e del dialogo interreligioso”. Con riferimento al colloquio ecumenico di Parigi dello scorso gennaio, il card. Tettamanzi ha ricordato che "da parte cristiana, è carente o comunque troppo flebile la profezia sul creato": "Oggi urgono profeti capaci di scuotere le coscienze circa le gravi responsabilità che le nuove generazioni hanno nei confronti delle generazioni future soprattutto rispetto all'ecologia. Urgono profeti capaci di proporre nuovi modelli di vita sociale ed economica per una provvidente salvaguardia e una giusta condivisione dei beni della terra". In particolare, l'arcivescovo ha evidenziato il tema dell'accesso all'acqua: "L'attenzione ai mari e ai fiumi, che dal 1995 caratterizza i colloqui internazionali organizzati dal Patriarcato Ecumenico, esprime la consapevolezza che l'acqua, preservata da ogni tipo di inquinamento, costituisce, per la vita sulla terra, la risorsa più indispensabile e, probabilmente in futuro, la più contesa. Essa è un bene pubblico - ha concluso il cardinale - e il suo approvvigionamento deve essere custodito e garantito come un diritto universale e inalienabile, tenendolo al riparo dai rischi insiti nelle forme di privatizzazione economica".
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