Il volto della famiglia nell’Europa dell’est

famiglia medio orientePRAGA, 5. Quale contributo possono dare i cattolici europei di rito orientale alla riflessione in corso nell’intera Chiesa in vista del sinodo dei vescovi del prossimo ottobre in Vaticano? Attorno a questo interrogativo si svolge da ieri, giovedì, a Praga, l’annuale incontro dei gerarchi cattolici orientali d’Europa, organizzato dalla Chiesa greco-cattolica della Repubblica Ceca, con il patrocinio del Consiglio delle conferenze episcopali d’Europa (Ccee).
All’appuntamento, che si concluderà domenica, partecipano — rende noto un comunicato del Ccee — oltre quaranta presuli, provenienti da quattordici nazioni. «Abbiamo deciso di affrontare il tema della famiglia nell’attuale società europea, nella consapevolezza che le Chiese cattoliche di rito orientale in Europa abbiano anche loro uno specifico contributo da dare al prossimo sinodo dei vescovi sulla famiglia», ha spiegato monsignor Ladislav Hučko, esarca apostolico per i cattolici di rito bizantino residenti nella Repubblica Ceca. Per il presule, è importante «confrontarci su alcune sfide che toccano le nostre famiglie greco-cattoliche. Dopo la caduta dei regimi totalitari, l’istituzione familiare dei Paesi dell’Europa centroorientale ha dovuto confrontarsi con delle società in rapido mutamento nelle quali secolarizzazione, emigrazione e individualismo hanno modificato i paradigmi e le modalità non solo di appartenenza ecclesiale e di pratica religiosa, ma anche del vivere e del rapportarsi a tutte le forme di istituzioni». Come Chiesa, ha aggiunto, «siamo chiamati a un discernimento comunitario volto a trovare soluzioni adatte al contesto socioculturale attuale, segnato dal fatto che molti nostri fedeli si trovano al di fuori del contesto nazionale in cui operiamo, con famiglie separate “per lavoro”, con figli che vivono lontani dai genitori e non fanno più un’esperienza di famiglia».

© Osservatore Romano - 5-6 giugno 2015