Messaggio del patriarca Bartolomeo per la giornata mondiale degli oceani

cristo degli abissiROMA, 9. Un appello a tutti i leader politici affinché prendano, al più presto possibile, nuove misure per proteggere e tutelare le acque del pianeta è stato lanciato dal patriarca di Costantinopoli Bartolomeo, in occasione della giornata mondiale degli oceani celebrata lunedì scorso. Con il motto «Oceani sani, pianeta sano» la giornata di quest’anno, istituita dall’Onu l'8 giugno 1992 in occasione del summit sulla terra di Rio de Janeiro, vuole attirare l’attenzione su un tema che coinvolge l’intero pianeta. Attraverso un messaggio diffuso ieri il patriarca ortodosso, nel ricordare che l’acqua è «uno dei doni più preziosi del nostro Creatore», «che noi tutti siamo chiamati a preservare e conservare», ha sottolineato come nel corso degli ultimi vent’anni, il patriarcato ecumenico e la Chiesa ortodossa abbiano cercato di attirare l’attenzione «sulle condizioni di deterioramento dei nostri oceani. Ora più che mai — ha avvertito Bartolomeo — è importante riconoscere la necessità di rispettare e proteggere questa preziosa e irrinunciabile risorsa del nostro pianeta», che è l’unica risorsa per la sostenibilità dell’ambiente e la biodiversità. Secondo il patriarca, l’intero pianeta, dipendendo sempre più dai combustibili fossili, presta poca attenzione alla salvaguardia del creato. «Le emissioni di gas che causano l’effetto serra sono sempre in aumento — ha ricordato — offuscando irreversibilmente l’atmosfera terrestre e provocando manifestazioni negative del cambiamento climatico. Inoltre, più della metà del biossido di carbonio rilasciato nell’atmosfera si dissolve negli oceani creando una crescente acidificazione che distrugge l’ecosistema marino danneggiando barriera corallina e uccidendo altre creature del mare». In occasione della giornata mondiale degli oceani, sono circa quattrocento gli eventi organizzati nei cinque continenti per denunciare la situazione disastrosa degli ecosistemi marini, continuamente minacciati, direttamente o indirettamente, dalle attività umane. Non ridurre l’impatto ambientale di quest’ultime significherebbe condannare senz’appello i mari, provocando danni incalcolabili per l’uomo. «Possiamo e dobbiamo — ha detto ancora il patriarca Bartolomeo — assumerci la responsabilità per un cambiamento positivo e permanente. Invece di abbracciare o avallare modelli volti al profitto e allo sviluppo a ogni costo — ha concluso — è giunto il momento di attuare scelte giuste e cambiamenti creativi».

© Osservatore Romano - 10 giugno 2015