Pasqua ortodossa, a Gerusalemme il Sabato della luce

A Gerusalemme la cerimonia del Fuoco Santo è il rito pasquale più suggestivo per i fedeli ortodossi. foto Marie Armelle Beaulieu CTSRicorre domenica 8 aprile la Pasqua ortodossa. A Gerusalemme il rito più suggestivo e atteso è quello del Fuoco Santo, presieduto dal patriarca greco ortodosso Theophilos III.     Gerusalemme sta vivendo in questi giorni la sua seconda Settimana Santa. Dopo i cattolici, sono le Chiese ortodosse ad aspettare con

trepidazione la domenica di Pasqua che, secondo il calendario giuliano da loro seguito, sarà l'8 aprile. Sono ore intense quelle del Triduo Pasquale, che culmineranno con la cerimonia del Fuoco Santo, l'evento più atteso dell'anno per i cristiani ortodossi. In quello che è chiamato in arabo sabt el nur, il «sabato della luce», si svolgerà nella basilica della Resurrezione (o del Santo Sepolcro) un rito antichissimo con il quale il popolo di pellegrini e fedeli ortodossi aspetterà il miracolo della venuta del Fuoco Santo dal cielo al Santo Sepolcro.

Il rito si svolge nella stessa identica maniera da almeno sei secoli. Di mattina la stanza dell’Edicola che contiene la tomba vuota di Cristo viene ispezionata e sigillata con una mistura di miele e cera. I giovani locali dal quartiere cristiano entrano in chiesa in processione, mentre armeni, copti e siriaci chiamano il patriarca greco-ortodosso, senza il quale – dicono – non può avvenire il miracolo. A mezzogiorno il patriarca entra in chiesa tra i canti tradizionali e, in processione solenne, gira per tre volte intorno alla Tomba. Nel frattempo, il sacrestano porta nella Tomba la lampada che contiene un fuoco perenne, che viene spenta solo una volta l’anno, la mattina di questo sabato speciale, per permettere che venga accesa dal Fuoco Santo. Al termine del terzo giro, il patriarca greco-ortodosso entra da solo nell'Edicola, portando due fasci di 33 candele, seguito dal patriarca armeno che resterà nell’anticamera (la cappella dell’Angelo) e sarà il solo testimone. Lì, inginocchiato, l’ecclesiastico greco recita una speciale preghiera per la venuta del Fuoco. In quel momento una luce scende nella Tomba e accende la lampada. Il patriarca esce per distribuire il Fuoco Santo, che passa di mano in mano per raggiungere i fedeli accalcati nella basilica e, conservato nelle lampade portate dai pellegrini, anche quelli di altri Paesi lontani. Il Fuoco Santo, secondo la tradizione, non scotta durante i primi minuti e, tra lacrime, canti e gioia, i fedeli passano le mani e il volto tra le fiamme.

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