Un’altra logica - Pierbattista Pizzaballa, amministratore apostolico di Gerusalemme dei latini - di M. Vitali

pizzaballa 1 lapresse1280Celo. Non celo. Mi manca Pizzaballa. Cioè: la figurina Panini di Pierluigi Pizzaballa, classe 1939, mitico portiere bergamasco dell’Atalanta, e di Roma, Verona, Milan e Nazionale. A inizio stagione ’63-’64 la Panini non lo fotografò  perché assente per infortunio, e la figurina fu a lungo mancante; stampata poi in non molti esemplari, fu la più ricercata. Ciò finì per accrescere la sua fama, già notevole vuoi per la solida serietà professionale, vuoi anche per il curioso cognome.

Il nipote di Pierluigi, il “Pizza”, si chiama Pierbattista ed è Sua Beatitudine, il Patriarca latino di Gerusalemme. Bergamasco anch’egli, di Cologno al Serio per origini, francescano e sacerdote per vocazione, Custode di Terrasanta dal 2004 al 2016, amministratore apostolico della sede (vacante e piena di debiti) di Gerusalemme, e ora titolare a tutti gli effetti della stessa, dopo averne risanato il bilancio. “È mio zio”, mi rispose lui stesso, con un sorriso tra il francescano e l’atalantino quando gli chiesi se fosse per caso parente del famoso estremo difensore.

La nomina di Pizzaballa a Patriarca è stata sì registrata dai media, ma senza enfasi. Ormai siamo messi che tre quarti degli spazi sono per parlare, riparlare e straparlare di Covid e un quarto per il cazzeggio. Chiusi in casa, se necessario, ok; ma con le finestre aperte per guardare il mondo e non a monitorare il proprio ombelico.

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