Newsletter Luglio 2014
Cari amici,
in data 14.2.2006 L’Eco di Bergamo pubblicava un articolo del Prof. Massimo Borghesi, dedicato ad eventi di due anni prima. L’articolo viene ora opportunamente ripubblicato con il titolo “Il video dall’Iraq. Libertà di stampa e scontro di civiltà” nel volume “Senza legami. Fede e politica nel mondo liquido: gli anni di Benedetto XVI”, Ed. Studium 2014, p.92.
Questo l’illuminante incipit:
"La messa in onda del video delle violenze compiute a Bassora, agli inizi del 2004, da parte di soldati inglesi su quattro ragazzi iracheni non aiuta certo il processo di distensione in Iraq. Accresce, al contrario, quel senso di risentimento del popolo iracheno e dei musulmani in generale verso un’invasione che, comunque la si voglia valutare, appare errata nelle prospettive e politicamente disastrosa nelle conseguenze. Con la pubblicità del video si ripete, in forma minore, quanto è accaduto con le vignette satiriche sul profeta Maometto, pubblicate da un giornale danese e riprese poi da una parte della stampa europea. Rivendicate con orgoglio dalla cultura “liberal”, come espressione di libertà di stampa e di superiorità del modello occidentale su quello islamico, quelle vignette hanno costituito un ottimo pretesto per l’ala radicale dell’Islam, per la mobilitazione delle masse, per la conquista della leadership all’interno del mondo musulmano. Hanno consentito la messa all’angolo delle autentiche voci “liberali” che, in seno a quel mondo, desiderano un dialogo con l’Occidente e tentano, in mezzo a molte incomprensioni, di mostrare il mondo migliore dell’Islam. In tal modo l’apologia dei pasdaran della libertà, in Europa, contribuisce, con una provocazione inutile quanto pretestuosa, a chiudere gli spazi di libertà nel mondo arabo e musulmano in generale. (…). Questi pasdaran sembrano cavalcare con gusto lo “scontro di civiltà” (…) sono il volto speculare, europeo, dell’integralismo e del fanatismo di matrice islamica. Le lance alzate di entrambi favoriscono, al momento, le vittime innocenti, com’è il caso di don Andrea Santoro,
http://www.associazionedonandreasantoro.it/index.php?lang=italiano&id_pagina=1
la diffidenza e l’ostilità con cui cristiani e comunità cristiane vengono guardati nel mondo islamico. L’Occidente “cristiano” favorisce l’emarginazione del cristianesimo così come, in qualche modo, è accaduto In Iraq dopo l’invasione anglo-americana. (…)”.
Immersi come siamo, oggi anno 2014, nelle preoccupazioni riguardo alla pace nel mondo, in particolare nelle terre del Medio Oriente, è assai triste notare che come si siano puntualmente avverate le conseguenze negative di tanta politica miope realizzata da governi che non rispondono certo ai desideri dei loro popoli (in Oriente come in Occidente), bensì alle spinte degli interessi delle lobby che li condizionano per i loro interessi economici e finanziari, cosicché l’esportazione della democrazia e le primavere arabe si trasformano in occasioni utili soltanto agli estremisti delle varie parti.
Interi popoli soffrono disagi e paure indescrivibili, costretti a fuggire dalle loro case, a perdere i loro poveri averi e un minimo di prospettive di vita per il loro domani, coinvolgendo e travolgendo altri popoli confinanti e oltre, visto che le migliaia e migliaia di migranti e rifugiati riguardano anche noi italiani e tutta l’Europa.
Naturalmente in questa situazione la Chiesa non può restare a guardare e come sempre è mobilitata spiritualmente con la preghiera e materialmente con le innumerevoli iniziative di assistenza e carità.
All’inizio di ogni anno si celebra la Giornata mondiale della Pace: dal 1968 per iniziativa di papa Paolo VI Montini un messaggio importante viene lanciato a tutti i Capi di Stato e agli uomini di buona volontà e papa Francesco non ha mancato anche quest’anno di inviare il suo
http://w2.vatican.va/content/francesco/it/messages/peace/index.html
e non si tratta di un invito formale “una tantum”, quanto di un gesto “programmatico” che non manca di riecheggiare continuamente nelle liturgie, preghiere pubbliche, appelli e incontri voluti sempre alla luce delle parole di Gesù, quanto mai evidenti in questo campo, “senza di me non potete far nulla” (Giov. 15).
L’azione diplomatica della Santa Sede si dispiega e affianca le iniziative di Papa Francesco anche in campo internazionale ed ecumenico: vengono favoriti ed auspicati gli incontri ecumenici e interreligiosi ed ecumenici:
- storici sono la recente visita in Terra Santa
- l’incontro di preghiera in Vaticano con i Capi di Stato Israeliano e Palestinese
ed i ripetuti momenti di fraternità con i Patriarchi ortodossi, Bartolomeo I in particolare.
Anche nei momenti più drammatici del passato non sono mancati appelli e preghiere dei Papi, pensiamo a Benedetto XV e a Pio XII testimoni non certo passivi del dramma delle due guerre mondiali del secolo scorso; così come ai nostri tempi è costante la tensione orante per la pace dei Papi e di tutta la Chiesa, sempre ricordando la distinzione agostiniana tra la “Città dell’uomo” e la “Città di Dio” che vivono “mescolate” e il nostro compito è affidarci al Signore nel portare la Sua Buona Novella a tutte le genti.
In questo mese di luglio si celebra la memoria di San Bonaventura da Bagnoregio, morto il 15 luglio 1274, la cui ricca storia è difficile riassumere in poche righe: ricordiamo soltanto che bambino malato, fu guarito da San Francesco d’Assisi il quale, tracciando su di lui il segno di Croce pronunciò le parole “bona ventura”, che da allora divennero il suo nome. Fu uno dei primi a dedicarsi alla delicata questione ecumenica con l'Oriente Cristiano. Pertanto lo abbiamo scelto come patrono del nostro sito che proprio nel 15 luglio del 2009 ha iniziato la sua attività.
Per la biografia e una bella catechesi dedicata da Papa Benedetto XVI a questo grande santo, rimandiamo a http://www.santiebeati.it/dettaglio/23550
lo staff di
Cattolici uniti nel dolore alle famiglie ebraiche e a ogni vittima dell'odioIl dolore del Papa e il cordoglio di padre David Neuhaus, vicario patriarcale per le comunità cattoliche di espressione ebraica. Oggi i funerali dei tre giovani studenti della scuola rabbinica rapiti e uccisi in Cisgiordania. A Gerusalemme proseguono le consultazioni del governo. Il timore da parte palestinese è quello di rappresaglie ancora più forti sia a Gaza sia nei Territori.Leggi tutto |
Potenzialità ancora da sfruttareBRATISLAVA , 2. Famiglie, giovani e persone socialmente emarginate sono state al centro del piano pastorale della Chiesa cattolica in Slovacchia per il periodo 2007-2013. In un recente convegno svoltosi a Žilina sono stati analizzati i risultati ottenuti e si è cercato di individuare gli strumenti adeguati per affrontare le sfide dei prossimi anni.Leggi tutto |
Testimone dell’islam moderatoIL CAIRO, 2. «Perdiamo un amico, un apostolo del dialogo, un intellettuale illuminato»: padre Jean-Jacques Pérennès, direttore dell’Istituto domenicano di studi orientali a Il Cairo, ricorda così sul quotidiano francese «la Croix» la figura di Mahmoud Azab, consigliere del gran imam dell’al-Azhar per il dialogo, morto domenica scorsa all’età di 66 anni.Leggi tutto |
Il vero nemico del dialogo interreligiosoGIACARTA, 2. Il peggior nemico del dialogo interreligioso è la paura, che deriva «dalla scarsa conoscenza e comprensione reciproca» fra i vari gruppi religiosi. Per questo è giunta l’ora «di smetterla di usare termini come maggioranza e minoranza, come invita a fare Papa Francesco: in quanto esseri umani, siamo tutti fratelli». Parole di padre Miguel Ángel Ayuso Guixot, segretario del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso, impegnato dal 22 al 27 giugno in una visita in Indonesia, il più popoloso Paese a maggioranza musulmana del mondo. A Giacarta, padre Ayuso Guixot ha incontrato diverse personalità, cristiane e non, manifestando apprezzamento per un’esp erienza «dalla quale ho ricevuto più di quanto mi aspettassi».Leggi tutto |
Patriarca caldeo: L'Iraq va verso la guerra civile e ai politici interessa solo il petroliodi Mar Louis Raphael I SakoIn una nota inviata ad AsiaNews Mar Sako sottolinea la situazione terribile del Paese. Milioni i rifugiati, nessuna notizia certa delle suore e dei tre giovani rapiti a Mosul. Sempre più concreta l’ipotesi di una guerra civile che si conclude con la partizione della nazione. Nessuna risposta dalla politica, interessata al petrolio. Appello ai cristiani alla preghiera. Baghdad (AsiaNews) - "È con dolore profondo" che "mi accingo ad illustrare la situazione" in Iraq, con l'obiettivo di accrescere la consapevolezza "sulla situazione attuale" e favorire un'atmosfera di "solidarietà consapevole". Con queste parole Mar Louis Raphael I Sako, Patriarca caldeo, racconta il dramma che l'Iraq sta attraversando nelle ultime settimane, nel periodo forse più buio e difficile della sua storia recente. I leader del movimento qaedista Isis - che sta seminando terrore non solo fra i cristiani, ma anche all'interno della stessa comunità musulmana - hanno lanciato un appello a tutti i fedeli, in cui chiedono di combattere in Siria e Iraq per contribuire alla "costruzione di uno Stato islamico". Le battaglie infuriano in molte aree del Paese, mentre nella prima riunione del nuovo Parlamento ieri a Baghdad si consuma l'ennesima spaccatura e l'incontro si conclude con un nulla di fatto, compresa la mancata nomina del presidente della Camera. Leggi tutto |
Unito al dolore inenarrabile delle famiglie il Pontefice ammonisce che la violenza chiama altra violenzaTELAV I V, 1. Raid aerei su 34 obiettivi collegati ad Hamas e alla Jihad islamica. È iniziata questa notte, secondo i quotidiani «Haaretz» e «The Jerusalem Post», una massiccia offensiva israeliana su Gaza, poche ore dopo il ritrovamento dei corpi senza vita dei tre studenti di una scuola rabbinica sequestrati in Cisgiordania il 12 giugno scorso. «Hamas è responsabile, Hamas pagherà» ha detto il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, puntando il dito contro il movimento che controlla la Striscia di Gaza. «La notizia dell’uccisione dei tre giovani israeliani scomparsi è una notizia terribile e drammatica» ha dichiarato il direttore della Sala stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi.Leggi tutto |
OCCIDENTE PIÙ ATTENTO AI MONDIALI CHE ALLA CRISI IRACHENA«L’Iraq continuerà ad essere un unico stato ma solo se lo vorranno l’Occidente e i vicini Iran, Qatar, Turchia ed Arabia Saudita». È quanto afferma il patriarca caldeo Louis Rafael Sako I ad Aiuto alla Chiesa che Soffre. Sabato 28 giugno, il prelato ha incontrato un rappresentante della fondazione pontificia ad Ankawa, sobborgo a maggioranza cristiana di Erbil, a margine dell’annuale sinodo della Chiesa caldea.Leggi tutto |
La musica dei due polmoni«La cultura e l’arte costituiscono una via privilegiata per incontrarci, come cattolici e ortodossi, e fare esperienza di una comunione autentica, sebbene ancora imperfetta». Lo ha detto il cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, in un saluto al termine del concerto «Ut unum sint» che il 28 giugno nella Cappella Sistina ha visto partecipare il Coro Sinodale del Patriarcato di Mosca e quello della Cappella Musicale Pontificia. In quest’o ccasione il coro russo ha ricambiato la visita della Sistina a Mosca il mese scorso.Leggi tutto |
Lettera di Sua Santità Bartolomeo I, Patriarca Ecumenico di Costantinopoli, al Santo Padre Francesco in occasione della Solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, 30.06.2014Pubblichiamo di seguito la Lettera che Sua Santità Bartolomeo I, Patriarca Ecumenico di Costantinopoli, ha fatto pervenire al Santo Padre Francesco tramite la Delegazione ufficiale giunta a Roma in occasione della Solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo:Leggi tutto |
INCONTRO COL NUNZIO APOSTOLICOIl 26 giugno 2014 si è tenuta al Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca una riunione di lavoro del presidente, metropolita Hilarion, con il nunzio apostolico presso la Federazione Russa, l’arcivescovo Ivan Jurkovic. Alla riunione ha partecipato anche il segretario del Decr per le relazioni inter-cristiane, ieromonaco Stefan (Igumnov).Durante l’incontro le parti hanno discusso le attuali problematiche delle relazioni tra la Chiesa ortodossa russa e la Chiesa cattolica romana e le prospettive di cooperazione bilaterale. Particolare attenzione è stata dedicata alla situazione attuale in Ucraina. Il metropolita Hilarion ha espresso profonda preoccupazione per la posizione della Chiesa greco-cattolica ucraina, che fin dall’inizio è stata attivamente coinvolta nel conflitto civile nel paese, prestando sostegno diretto a una delle parti della opposizione politica. Il metropolita ha osservato che le azioni aggressive degli uniati in gran parte hanno causato una escalation della crisi ucraina, provocando odio e inimicizia tra le diverse parti del popolo ucraino. Il ripresentarsi del problema dell’uniatismo rischia di compromettere le prospettive del dialogo ortodosso-cattolico, ha detto il presidente del Decr. Sono inoltre stati discussi i risultati del IV Forum cattolico-ortodosso europeo, svoltosi a Minsk dal 2 al 6 Giugno 2014; si è inoltre parlato del Sinodo straordinario dei Vescovi Cattolici, previsto per l’ottobre di quest’anno a Roma. © mospat.ru - 26 giugno 2014 |
Cappella Papale nella Solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, 29.06.2014Alle ore 9.30 di oggi, Solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, nella Basilica Vaticana, il Santo Padre Francesco ha imposto il sacro Pallio, preso dalla Confessione dell’Apostolo Pietro, a 24 nuovi Arcivescovi Metropoliti. Ad altri tre Metropoliti - gli Arcivescovi di Lilongwe (Malawi), Mandalay (Myanmar) e Freiburg im Breisgau (Germania) - il sacro Pallio verrà consegnato nelle loro Sedi Metropolitane.Di seguito il Papa ha presieduto la Concelebrazione Eucaristica con i nuovi Arcivescovi Metropoliti. Come di consueto in occasione della Festa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, Patroni della Città di Roma, era presente alla Santa Messa una Delegazione del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli, guidata dal Metropolita di Pergamo Ioannis (Zizioulas), co-presidente della Commissione mista internazionale per il dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa, il quale è accompagnato dall’Arcivescovo di Telmissos Job e dall’Arcidiacono patriarcale John Chryssavgis. Nel corso della Celebrazione Eucaristica, dopo la lettura del Vangelo, il Papa ha pronunciato l’omelia che riportiamo di seguito: Nella solennità dei santi Apostoli Pietro e Paolo, patroni principali di Roma, accogliamo con gioia e riconoscenza la Delegazione inviata dal Patriarca Ecumenico, il venerato e amato fratello Bartolomeo, guidata dal Metropolita Ioannis. Preghiamo il Signore perché anche questa visita possa rafforzare i nostri fraterni legami nel cammino verso la piena comunione tra le due Chiese sorelle, da noi tanto desiderata. «Il Signore ha mandato il suo angelo e mi ha strappato dalla mano di Erode» (At 12,11). Agli inizi del servizio di Pietro nella comunità cristiana di Gerusalemme, c’era ancora grande timore a causa delle persecuzioni di Erode contro alcuni membri della Chiesa. C’era stata l’uccisione di Giacomo, e ora la prigionia dello stesso Pietro per far piacere al popolo. Mentre egli era tenuto in carcere e incatenato, sente la voce dell’Angelo che gli dice: «Alzati in fretta! ... Mettiti la cintura e legati i sandali ... Metti il mantello e seguimi!» (At 12,7-8). Le catene cadono e la porta della prigione si apre da sola. Pietro si accorge che il Signore lo «ha strappato dalla mano di Erode»; si rende conto che Dio lo ha liberato dalla paura e dalle catene. Sì, il Signore ci libera da ogni paura e da ogni catena, affinché possiamo essere veramente liberi. L’odierna celebrazione liturgica esprime bene questa realtà, con le parole del ritornello al Salmo responsoriale: «Il Signore mi ha liberato da ogni paura». Ecco il problema, per noi, della paura e dei rifugi pastorali. Noi – mi domando –, cari fratelli Vescovi, abbiamo paura? Di che cosa abbiamo paura? E se ne abbiamo, quali rifugi cerchiamo, nella nostra vita pastorale, per essere al sicuro? Cerchiamo forse l’appoggio di quelli che hanno potere in questo mondo? O ci lasciamo ingannare dall’orgoglio che cerca gratificazioni e riconoscimenti, e lì ci sembra di stare sicuri? Cari fratelli vescovi, dove poniamo la nostra sicurezza? La testimonianza dell’Apostolo Pietro ci ricorda che il nostro vero rifugio è la fiducia in Dio: essa allontana ogni paura e ci rende liberi da ogni schiavitù e da ogni tentazione mondana. Oggi, il Vescovo di Roma e gli altri Vescovi, specialmente i Metropoliti che hanno ricevuto il Pallio, ci sentiamo interpellati dall’esempio di san Pietro a verificare la nostra fiducia nel Signore. Pietro ritrovò la fiducia quando Gesù per tre volte gli disse: «Pasci le mie pecore» (Gv 21,15.16.17). E nello stesso tempo lui, Simone, confessò per tre volte il suo amore per Gesù, riparando così al triplice rinnegamento avvenuto durante la passione. Pietro sente ancora bruciare dentro di sé la ferita di quella delusione data al suo Signore nella notte del tradimento. Ora che Lui gli chiede: «Mi vuoi bene?», Pietro non si affida a sé stesso e alle proprie forze, ma a Gesù e alla sua misericordia: «Signore tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene» (Gv 21,17). E qui sparisce la paura, l’insicurezza, la pusillanimità. Pietro ha sperimentato che la fedeltà di Dio è più grande delle nostre infedeltà e più forte dei nostri rinnegamenti. Si rende conto che la fedeltà del Signore allontana le nostre paure e supera ogni umana immaginazione. Anche a noi, oggi, Gesù rivolge la domanda: «Mi ami tu?». Lo fa proprio perché conosce le nostre paure e le nostre fatiche. Pietro ci mostra la strada: fidarsi di Lui, che "conosce tutto" di noi, confidando non sulla nostra capacità di essergli fedeli, quanto sulla sua incrollabile fedeltà. Gesù non ci abbandona mai, perché non può rinnegare se stesso (cfr 2 Tm 2,13). E’ fedele. La fedeltà che Dio incessantemente conferma anche a noi Pastori, al di là dei nostri meriti, è la fonte della nostra fiducia e della nostra pace. La fedeltà del Signore nei nostri confronti tiene sempre acceso in noi il desiderio di servirlo e di servire i fratelli nella carità. L’amore di Gesù deve bastare a Pietro. Egli non deve cedere alla tentazione della curiosità, dell’invidia, come quando, vedendo Giovanni lì vicino, chiede a Gesù: «Signore, che cosa sarà di lui?» (Gv 21,21). Ma Gesù, di fronte a queste tentazioni, risponde: «A te che importa? Tu seguimi» (Gv 21,22). Questa esperienza di Pietro costituisce un messaggio importante anche per noi, cari fratelli Arcivescovi. Il Signore oggi ripete a me, a voi, e a tutti i Pastori: Seguimi! Non perdere tempo in domande o in chiacchiere inutili; non soffermarti sulle cose secondarie, ma guarda all’essenziale e seguimi. Seguimi nonostante le difficoltà. Seguimi nella predicazione del Vangelo. Seguimi nella testimonianza di una vita corrispondente al dono di grazia del Battesimo e dell’Ordinazione. Seguimi nel parlare di me a coloro con i quali vivi, giorno dopo giorno, nella fatica del lavoro, del dialogo e dell’amicizia. Seguimi nell’annuncio del Vangelo a tutti, specialmente agli ultimi, perché a nessuno manchi la Parola di vita, che libera da ogni paura e dona la fiducia nella fedeltà di Dio. Tu seguimi! © Bollettino Santa Sede - 29 giugno 2014 |
Sako: ho chiesto ai musulmani una fatwa contro le violenze settarieIntervista al Patriarca di Babilonia dei Caldei in visita nei villaggi che hanno accolto gli sfollati di Mosul e Qaraqosh. «Finora non ci sono violenze mirate contro i cristiani»Gianni ValenteRoma «La gente è fuggita per paura della guerra. Ma per ora non ci sono violenze e soprusi subiti dai cristiani in quanto tali. Hanno abbandonato le proprie case sia i cristiani che i musulmani». Le parole di Sua Beatitudine sono nette e credibili, anche perché arrivano in presa diretta dall’epicentro del nuovo caos iracheno. Leggi tutto |
In Giordania buoni spesa a famiglie povere prima del digiunoAMMAN, 28. Buoni da spendere in supermercati e centri alimentari convenzionati, a vantaggio di famiglie povere musulmane: è l’iniziativa presa mercoledì scorso dalla Caritas giordana in collaborazione con la Promising Hands Association, “sp onsorizzata” dalla principessa Alia Tabbaa. Alla vigilia del Ramadan — il mese sacro dedicato al digiuno e all’astinenza che prende il via nel fine settimana — la Caritas ha pensato di aiutare in questo modo, con la distribuzione di coupon per l’acquisto di beni di sussistenza, un centinaio di nuclei familiari musulmani bisognosi.Leggi tutto |
DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO ALLA DELEGAZIONE DEL PATRIARCATO ECUMENICO DI COSTANTINOPOLISabato, 28 giugno 2014Eminenza, Cari Fratelli in Cristo, La solennità dei Santi Patroni della Chiesa di Roma, gli Apostoli Pietro e Paolo, mi dà nuovamente la gioia di incontrarmi con una delegazione della Chiesa sorella di Costantinopoli. Mentre vi accolgo con un caloroso benvenuto, esprimo il mio ringraziamento al Patriarca Ecumenico, Sua Santità Bartolomeo I, e al Santo Sinodo, per avervi inviato a condividere con noi la gioia di questa festa. Leggi tutto |
البابا فرنسيس: يسوع هو الراعي الصالح ولذلك تبعه الشعب!"الشعب يتبع يسوع لأنه يعترف بأنه الراعي الصالح" هذا ما قاله قداسة البابا فرنسيس في عظته مترئسًا القداس الإلهي صباح اليوم الخميس في كابلة بيت القديسة مرتا بالفاتيكان وحذّر المؤمنين من الذين يحولون الإيمان إلى مجرّد تطبيقات خلقية، والذين يستغلّونه من أجل تحرير سياسيّ أو من أجل السلطة.استهل الأب الأقدس عظته انطلاقًا من السؤال: "لماذا كان الكثير من الناس يتبعون يسوع؟" ليتوقف بعدها للتأمل حول تعليم يسوع وقال: لقد تبع الناس يسوع لأنهم دُهشوا بتعليمه، وكانت كلماته تخلب قلوبهم وتلمسهم. أما كلمات الآخرين فلم تكن تلمسهم. بعدها تحدث الأب الأقدس في عظته عن أربع مجموعات كانت تعظ في أيام يسوع وعددهم وقال: أولاً، هناك الفريسيون، وهؤلاء قد حوّلوا عبادة الله والدين إلى سلسلة وصايا لا تنتهي وجعلوهما عبئًا على أكتاف الشعب. فأصبح بذلك الإيمان بالإله الحي مجرّد تطبيق خُلقيّ صرف. أضاف البابا يقول: المجموعة الثانية هم الصدوقيون، وهؤلاء قد فقدوا الإيمان، وعملهم الديني كان يقتصر على السلطة: السلطة السياسية والسلطة الاقتصادية، فقد كانوا رجال سلطة فقط. أما المجموعة الثالثة فهم الغيورون، وهم مجموعة ثوار، وكانوا يريدون تحرير شعب إسرائيل من الاحتلال الروماني. لكن الشعب عرف أن يميّز ولذلك لم يتبعوهم. أما المجموعة الرابعة فهم الأسينيون، وهؤلاء كانوا أشخاصًا صالحين وأتقياء. لقد كانوا رهبانًا يكرسون حياتهم لله ولكنهم كانوا بعيدين عن الشعب ولم يكن بإمكانهم إتباعهم. تابع الأب الأقدس يقول: هذه هي المجموعات التي كانت تكلّم الشعب ولكن لم تكن كلماتهم تحمل القوة الكافية لتلمس قلوب الناس وتدفئها. أما كلمات يسوع فبلى! لقد كانت الجموع تندهش لدى سماعها وكانت رسالة يسوع تدفئ قلوبهم. فيسوع كان يقترب من الناس ويشفي قلوبهم، كان يفهم مشاكلهم ولم يكن يستحي من الاقتراب من الخطأة والتكلم معهم لا بل كان يذهب بحثًا عنهم. فيسوع كان يفرح بالذهاب للقاء شعبه، وذلك لأنه هو الراعي الصالح وخرافه تعرف صوته وتتبعه. لذلك تبعه الشعب لأنه كان الراعي الصالح. لم يكن فريسيًّا، ولا صدوقيًّا يقوم بصفقات سياسية مع أصحاب السلطة، ولا محاربًا يريد تحرير شعبه ولا تأمليًّا يعيش في عزلة الدير. لقد كان راعيًا! راع يتحدث بلغة شعبه، بلغة يفهمونها، وكان يقول الحقيقة ويحدثهم بأمور الله دون مساومات! ولذلك كانوا يتبعونه! فيسوع لم يبتعد أبدًا عن الشعب كما وإنه لم يبتعد عن أبيه، فقد كان على تواصل دائم مع الآب – لقد كان والآب واحدًا! وبالتالي كان أيضًا قريب جدًا من الشعب. لنتأمل إذاً بيسوع الراعي الصالح وليسأل كل منا نفسه: "من أريد أن أتبع؟ أولئك الذين يفرضون علي تطبيقات خلقية، أو أولئك الذين يقولون أنهم شعب الله ولكنهم لا يؤمنون ويستغلون الإيمان لأجل السلطة السياسية، أو أولئك الذين يريدون دائمًا أن يقوموا بأمور مدمرّة وحروب يزعمون أنها من أجل الحرية، أم شخصًا تأمليًّا بعيدًا؟ من أريد أن أتبع؟ وختم البابا فرنسيس عظته بالقول: ليحثنا هذا السؤال على رفع الصلاة لله الآب لنسأله أن يقربنا إلى يسوع فنتبعه ونندهش بكلماته لنا. © ar.radiovaticana.va/ - june 26, 2014 |
Ассамблея ROACO: ситуация Церквей на Украине и сирийский кризис23 июня в Риме открылась 87-я ассамблея Объединения помощи Восточным Церквам (ROACO).Центральной темой ассамблеи станет положение грекокатолических Церквей в Румынии и на Украине, а также критическая ситуация христиан в Сирии. Утром 24 июня префект Конгрегации Восточных Церквей кардинал Леонардо Сандри у алтаря святого Иоанна Павла II в ватиканской базилике возглавил святую Мессу, вверяя работу ассамблеи заступничеству Папы Войтылы, уделявшего большое внимание христианскому Востоку. Во время богослужения были вознесены молитвы за живых и умерших благотворителей Восточных Католических Церквей. 26 июня участники встречи будут приняты на частной аудиенции Папой Франциском. © ru.radiovaticana.va/news - 24 июня в Риме |
Padre Scalfi: «La riconciliazione tra cattolici e ortodossi è possibile. Basta volerla»Il fondatore di Russia Cristiana a colloquio con unacinquantina di liceali. Tolstoj, Florenskij, Dostoevskij ma anche Putin e il nazionalismo russo. «La Russia può aiutare l’Europa a venire fuori da questo spaventoso relativismo» Leggi tutto |
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